REGGIO EMILIA – “Rimoduliamo l’organizzazione, perché ad ora, con i numeri che ci sono e col personale allo stremo e in sottorganico, lo schema che avevamo pensato non è più efficace”. L’appello arriva dal professor Vittorio Sambri, direttore del laboratorio di microbiologia di Pieve Sestina, tra i tre in Regione che ogni giorno, al ritmo di 120-130 sequenziamenti, cercano le varianti del virus, ovvero cercano le modalità con cui il Covid sopravvive.
Secondo Sambri il tracciamento dei positivi, eseguito con i ritardi cui stiamo assistendo, non ha senso. Lo si vede nella scuola, ad esempio, dove un primo tampone ai compagni di un ragazzo positivo vengono fatti con 4 giorni in media di ritardo, sia il primo sia quello di controllo a
cascata. “Chiediamoci che senso abbia; si faccia un solo tampone a 5 giorni, e poi: se il compagno di un bimbo positivo risulta positivo, se è vaccinato vada a scuola con mascherina, se non è vaccinato stia a casa in dad”.
A Reggio per ora la percentuale di incidenza di Omicron è bassissima: due soli casi in un mese e mezzo. Ma Sambri specifica come si tratti
solo di numeri. “Omicron c’è, quello che dobbiamo fare è capire cosa più arrivare dopo, e tutti quanti mettere e tenere la mascherina anche all’aperto; per me il Natale ha un significato preciso, che non cambia se i tortellini li mangiamo in 20 o in 5; salvare il natale per mettersi a tavola in 50 e il 28 avere gli ospedali pieni è una gran sciocchezza. Abbiamo bloccato per due mesi gli screening per i tumori del seno: voglio vedere fra 5 anni quante donne ammalate avremo che non sono state sottoposte a screening. E’ una cosa seria. Lì non ci dobbiamo arrivare”.













