REGGIO EMILIA – Con la chiusura dei saloni dei parrucchieri e degli estetisti, stoppati dalla zona rossa, l’attività degli abusivi che si recano nelle abitazioni dei clienti, si è moltiplicata. Un fenomeno che si era presentato un anno fa durante il lockdown ferreo e che è tornato a proporsi in maniera significativa ora. Ci sono addirittura casi di lavoratori in nero che si fanno pubblicità lasciando bigliettini con le proprie offerte sui parabrezza delle auto o all’esterno dei supermercati. Per questo Cna Reggio Emilia ha avviato una campagna di comunicazione attraverso i social network con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini e promuovere un’immagine positiva del lavoro regolare.
“Sono fenomeni di microillegalità che vanno combattuti sia difendere chi lavora regolarmente, ma anche per tutelare la sicurezza dei cittadini”, dice il direttore generale di Cna Reggio Emilia Azio Sezzi.
Il discorso non riguarda solo parrucchieri ed estetisti, ma anche altre attività artigianali che danneggiano sul piano economico quelle regolari e che rappresentano in questo periodo di pandemia un pericolo sanitario: “L’abusivo può entrare in una casa e contagiarsi e poi portare il virus nella casa di un altro cliente”, questo il monito di Andrea Gurrieri, presidente di Cna benessere e Sanità Reggio.
Fenomeni di illegalità talvolta così sommersa che risulta difficile da individuare e denunciare: ‘E’ difficile denunciare perché si tratta di attività difficilmente tracciabili e documentabili”, prosegue Guerrieri. Secondo uno stima dell’Istat i lavoratori in nero in Italia sono oltre 3 milioni.
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