REGGIO EMILIA – Era rimasto un “tesoretto” di 720mila euro, il saldo tra le risorse arrivate nel reggiano da Roma per l’emergenza Covid e quelle effettivamente utilizzate. A Palazzo Allende è stato comunicato due giorni fa e non ci è voluto molto per decidere verso cosa convogliare il denaro: verso la sicurezza della ripartenza in presenza delle scuole superiori. I fondi, è stato deciso, serviranno a finanziare per almeno tre mesi la presenza di steward alle fermate dei bus più problematiche perché più affollate, in città ma anche in provincia, e per dotare progressivamente – ma in maniera definitiva – il restante 60% dei mezzi che ancora ne era privo di un sistema di videosorveglianza particolare: un software contapersone. Una scelta che i sindacati degli autisti, con i quali c’è già stato un confronto, hanno molto apprezzato. Ovviamente tutto verrà fatto assieme a Seta e alla Agenzia per la Mobilità e con il coordinamento della prefettura.
“Le altre province faranno ripartire non tutti insieme, noi facciamo ripartire tutto il 75% di ragazzi in presenza”, sottolinea il presidente della Provincia Giorgio Zanni. In una prima fascia del mattino si muoverà il 45% dei ragazzi, l’altro 30% entrerà entro le 10. Così all’uscita, fino alle 15.
Il banco di prova del ritorno a scuola si incrocerà con l’inizio della prima fase della vaccinazione. Il 27 dicembre sarà un momento dimostrativo, perché toccherà a 100 tra medici e infermieri, e tra i primi si sottoporrà al vaccino Marco Massari, il responsabile delle Malattie Infettive di Reggio. Ma la vera e propria campagna per sanitari, personale sociosanitario e ospiti delle strutture per anziani comincerà entro i primi 10 giorni di gennaio. Mille somministrazioni al giorno per 46 giorni alle Fiere di Reggio, dopodiché si attiveranno altri punti vaccinazione. “Stiamo lavorando per almeno uno in ogni distretto, occorre che le Ausl abbiano autonomia sul territorio”, chiosa Zanni.
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