REGGIO EMILIA – Dire che i sanitari non ce la fanno più è usare un eufemismo: “Ci sono colleghi che si sono ammalati, colleghi che sono morti. Da due anni 7-12 ore dentro le tute, col pannolone per non perdere tempo a cambiarsi”.
Gennaro Ferrara parla per il comparto dei 5.800 tra infermieri, operatori socio sanitari e amministrativi. La funzione pubblica della Cisl ne rappresenta 1.500. Il 21 dicembre i sindacati incontreranno i vertici dell’Ausl, per i quali Ferrara ha solo parole di elogio. I problemi vanno oltre il locale, secondo lui, e sono il frutto di una programmazione completamente saltata per la chiusura del punto vaccinale delle Fiere, la scadenza dei contratti fatti ad hoc con i finanziamenti del 2020, i cambiamenti nazionali, primo fra tutti la durata del Green Pass da 12 a 9 mesi e il via alle terze dosi. Tutti avvenimenti che hanno determinato nuove tempistiche da un giorno all’altro con meno lavoratori a disposizione e con i rimanenti allo stremo.
E la rincorsa è continua, soprattutto sui tracciamenti. “Mancano 100 infermieri – ha rimarcato Ferrara – 50 Oss e 50 amministrativi; ci sono mille persone in attesa di tracciamento, vuol dire che io magari so di essere stato un contatto anche dopo tre giorni e intanto il virus circola”.
La richiesta è alla Regione: che tolga il blocco alle assunzioni diramato con la circolare di ottobre: “Donini deve battere cassa a Roma”, ha detto Ferrara.
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