REGGIO EMILIA – Solo il 20-25% dei reggiani contattati ha accettato di sottoporsi al test sierologico voluto dal ministero della Salute. Una piccola parte non è stata rintracciata, ma la grande maggioranza delle persone inserite del campione dell’Istat ha rifiutato.
L’indagine sierologica è cominciata il 25 maggio, una delle strategie messe in campo dal Governo per fotografare la diffusione del Coronavirus nel Paese, e terminerà il 30 giugno. Delle telefonate sono stati incaricati gli operatori della Croce Rossa, che nella nostra provincia ormai hanno contattato praticamente tutti i 1.440 reggiani del campione, persone di tutte le età. La maggior parte di loro ha però rifiutato il test: “Non è tanto, non è un numero soddisfacente – ha commentato Mario Restuccia, presidente della Croce Rossa reggiana Hanno rifiutato di partecipare per la paura di risultare positivi e di fare la quarantena”.
Risultare positivo significa infatti aver avuto il virus o averlo ancora. E’ necessario dunque attendere che l’Ausl effettui il tampone “e alcuni di loro non se lo possono permettere – ha aggiunto Restuccia – Abbiamo ricevuto chiamate di persone che volevano rientrare, ma il campione è stato scelto dall’Istat e dunque era blindato”.
Scongiurato il rischio che la gente scambiasse la proposta per una truffa. Le chiamate arrivano dal numero unico nazionale 06-5510 e a Reggio in queste settimane erano al lavoro cinque operatori: “I volontari si sono dedicati ore al giorno a questa attività, hanno svolto un lavoro vero e proprio” ha concluso il presidente.
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