REGGIO EMILIA – Programmazione, date, tempi, sostegni, sconti sui costi fissi. Chiedono, in pratica, di non essere dimenticati, come per qualche categoria è successo: le palestre e i circoli sono chiusi dallo scorso ottobre, le discoteche da 14 mesi salvo i locali estivi.
A Il Graffio le voci degli esclusi, finora, dalle riaperture. Finora perché il premier Draghi ha ufficializzato una data, il 26 aprile, per le riaperture all’aperto. “Perché, prima di chiudere, non sono venuti a vedere cos’avevo fatto per adeguarmi – le parole di Giovanni Brunazzi, della palestra Brunazzi – Da quando le palestre sono chiuse i contagi sono diminuiti? Non voglio certo guadagnare quest’anno, ma almeno pagarmi i costi”.
“Molti circoli non riapriranno più: noi, rimanendo chiusi, abbiamo comunque speso 25mila euro di costi fissi”, ha detto Ivano Ballardini, presidente del circolo Arci Pigal. Situazioni rappresentate alla vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni e al deputato Andrea Rossi. “C’è un disagio psicologico evidente e gli imprenditori hanno paura – la denuncia di Fabio Zambelli, presidente provinciale di Fipe – Abbiamo fatto un’indagine dalla quale si evince che i 45-50enni hanno timore di rischiare”.
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