REGGIO EMILIA -Si fanno passi avanti verso le riaperture delle attività. Genitori che tornano al lavoro, ma i figli sono a casa, per questo si sta pensando a realizzare comunque i campi estivi per i bambini. In assenza di certezze, si cerca di organizzare le attività. Solo a Reggio sono coinvolti oltre 3 mila bambini.
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La fase 2 è alle porte con tutte le sue incognite e le sue indispensabili riorganizzazioni. Genitori che tornano al lavoro, ma con i figli a casa e da gestire. Con l’arrivo della bella stagione non si esclude l’apertura dei campi estivi. Ma come organizzarli? Ci sta pensando il Comune di Reggio. Aree più vaste e distanziamento sociale anche per i bambini. Ecco come si stanno immaginando gli spazi delle attività al tempo del Covid.
“Stiamo pensando di coinvolgere le scuole e i futuri campi estivi che garantiscano la sicurezza dei bambini che li frequentano attraverso anche il distanziamento sociale e pensando che ogni campo avrà dei numeri più limitati“, spiega Raffaella Curioni, assessore comunale all’Educazione.
La Giunta del Comune di Reggio nei giorni scorsi ha già approvato un bando per i soggetti gestori e per riorganizzare il servizio per i bambini con disabilità. I campi estivi sono da sempre un servizio importante per la comunità, svolti in collaborazione con il privato sociale, le parrocchie e le cooperative, accolgono ogni anno solo in città oltre 3 mila bambini in 40 luoghi sul territorio. A maggior ragione quest’anno possono dare un sostegno fondamentale alla ripartenza.
“Questa riorganizzazione – conclude Curioni – sarà necessaria per la nostra città perché è un tema importante per le famiglie che magari hanno utilizzato le ferie e dovranno tornare a lavorare”.