BOLOGNA – Da oggi in Emilia-Romagna anche le persone con disabilità, e i loro familiari conviventi, hanno diritto ad effettuare un tampone antigenico rapido e gratuito in farmacia: cresce così ancora il numero degli aventi diritto a partecipare, su base volontaria, al grande screening epidemiologico, da oltre due milioni di test.
Lo ha stabilito la Giunta regionale, formalizzando con un proprio atto una risoluzione presentata in Assemblea legislativa dalle forze di maggioranza e approvata all’unanimità: in accordo con le associazioni di categoria delle farmacie, viene rivisto l’accordo ed entrano a far parte del target anche le persone con disabilità certificata, collaboranti e in grado di indossare la mascherina, e i loro familiari conviventi, oltre a studenti e famigliari.
“Ogni persona in più che effettua un tampone rapido ci aiuta a circoscrivere ed isolare il virus e ci permette di fare un passo avanti nella lotta alla pandemia nell’attesa, sempre più breve, del vaccino – dichiara Raffaele Donini, assessore alle Politiche per la salute – l’allargamento della platea di oggi, per cui ringrazio ancora una volta tutta la categoria dei farmacisti, è ancora più significativo perché ci permette di garantire la sicurezza di una fascia di popolazione fragile, come i disabili, che durante questa emergenza sanitaria ha pagato un prezzo ancora più alto a causa della inevitabile riduzione dell’attività dei centri diurni”.
Si ricorda che per effettuare il test bisogna prenotarsi presso le farmacie aderenti all’iniziati e il cui elenco è disponibile sul sito della Regione.
Si chiude così il percorso generato nelle scorse settimane dalla risoluzione della consigliera Stefania Bondavalli, del gruppo “Bonaccini Presidente” – approvata all’unanimità dall’Assemblea Legislativa – che chiedeva appunto l’estensione di questa possibilità, in modo da sostenere l’autonomia delle persone fragili, garantendo condizioni di equità.
“Grazie a questo provvedimento – commenta la consigliera – si può fornire maggiore protezione e sicurezza non soltanto ai più deboli, ma anche a chi li segue quotidianamente. La rete di assistenza è stata infatti messa a dura prova dalla pandemia, con ricadute oggettive nella vita di tutti i giorni. Ora, con questa novità, si riesce a garantire una tutela adeguata in un momento in cui l’attenzione deve restare ancora massima. Esprimo soddisfazione nel constatare che la delibera della giunta ha condiviso in pieno le finalità della risoluzione che ho presentato”.