MODENA – Uno studio sulle cellule che producono anticorpi utile per elaborare nuove strategie terapeutiche e per creare vaccini efficaci. A firmarlo è un gruppo di lavoro guidato dal professore Andrea Cossarizza di Unimore assieme ai dottori Sara De Biasi e Domenico Lo Tartaro. In tutto il mondo si stanno studiando gli anticorpi per trovare i punti deboli del virus, il gruppo di ricerca di Unimore ha scoperto che nel sangue periferico dei pazienti con polmonite Covid 19 diminuiscono in maniera significativa i linfociti B, sia quelli cosiddetti ‘vergini’ che non hanno ancora incontrato il loro antigene, sia le cellule di memoria. Nel sangue si trovano invece in quantità anomala cellule immature che dovrebbero trovarsi nel midollo osseo e che vengono liberate in circolo a seguito della marcata attivazione immunitaria. La ricerca è stata eseguita su diversi pazienti ricoverati nella Clinica di Malattie Infettive e nel reparto di Terapia intensiva. “In altre parole – spiega l’immunologo Andrea Cossarizza – se una persona ha contratto un raffreddore causato da un coronavirus diverso dal Covid 19 qualche hanno fa, ha prodotto un primo tipo di anticorpi contro questo primo virus. Se poi viene infettato dal Covid 19 il suo sistema immunitario reagisce come se avesse a che fare con il virus precedente e produce gli stessi anticorpi che però sono scarsamente efficaci contro il secondo virus”. Servono ulteriori studi, ma una possibile spiegazione è che questi anticorpi poco efficienti vengano prodotti anche perchè diminuiscono le cellule di memoria e aumentano quelle immature. Quello che i ricercatori di Unimore hanno dimostrato è che la presenza di anticorpi di tipo IgM e l’assetto dei linfociti B possono essere considerati marcatori predittivi di sopravvivenza nei pazienti con la polmonite e questo potrebbe essere molto utile nel caso, infausto, di una seconda ondata della pandemia. La ricerca, pubblicata sull’European Journal of Immunology, suggerisce di tenere in considerazione queste popolazioni di linfociti B non solo nel monitoraggio delle persone guarite dall’infezione ma anche nelle analisi sull’efficacia dei vaccini.
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27 luglio 2020Lo studio di ricerca, guidato dal prof. Andrea Cossarizza dell’Ateneo modenese reggiano, analizza l’effetto del virus sulle cellule che producono linfociti B. Sarà utile anche per testare l’efficacia dei vaccini