REGGIO EMILIA – Le scuole superiori sono chiuse da due mesi, dopo i tre della scorsa primavera, e la data per la ripresa delle lezioni in presenza è slittata nuovamente. I dirigenti scolastici reggiani registrano una preoccupante impennata dei disagi mentali negli studenti.
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Periodicamente sembra di essere lì lì per riacciuffarla per la maglietta, la scuola. Poi il traguardo viene nuovamente spostato un po’ più in là. Non possiamo sapere quanto il tenere le superiori aperte avrebbe inciso in negativo sulla violenza della pandemia di Covid19, però sappiamo cosa sta producendo il fatto di continuare a tenerle chiuse: un aumento esponenziale dei disagi mentali in studenti che mai li avevano manifestati. Al liceo Ariosto-Spallanzani di Reggio il quadro è allarmante: c’è stato addirittura un raddoppio dei casi di fobia scolare, un aspetto della fobia sociale. “E’ quando un ragazzo ha paura di uscire di casa, a volte anche dal letto, a volte anche per mangiare”, spiega la dirigente scolastica Rossella Crisafi.
In crescita del 30-40% poi, soprattutto tra gli studenti del biennio, disagi di altro tipo ma sempre gravissimi, come “attacchi di panico, gesti di autolesionismo”.
La dirigente scolastica precisa che questi tipi di disturbi possono essere tipici dell’adolescenza, ma non certo con questi numeri. “Quello che mi preoccupa è l’aumento e il fatto che parte di questi casi siano stati messi in relazione con l’isolamento domiciliare”. E’ stato rilevato da una psicologa che già dall’estate scorsa, grazie a fondi ministeriali, segue a distanza i ragazzi. Crisafi sta pensando di organizzare un momento di formazione anche con i genitori, che descrive “molto pazienti e collaborativi”, ma che stanno vivendo mesi di grande difficoltà.
La paura, a questo punto fondata, è che gli studenti abbiano sempre più timore di tornare e che aumenti il tasso di abbandono scolastico.
“Continuano a credere che torneranno e poi puntualmente rimangono delusi, non mi sarei mai aspettata questo ennesimo slittamento dopo tutto il lavoro fatto”.
Presidi, studenti, famiglie. Tutti scontenti da questo rinvio al 25 gennaio, compresi i docenti. Chiediamo a Crisafi conto delle paure manifestate dai sindacati sulla riapertura: il liceo conta 118 insegnanti. “Un decimo ha paura, persone un po’ più in là con gli anni o con fragilità”.
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