MODENA – Il mondo di AstraZeneca – ora ribattezzato VaxZevria – è definitivamente ribaltato: da vaccino utilizzabile solo per gli under 55 a vaccino raccomandato per gli ultrasessantenni, dopo la conferma di possibili correlazioni con l’insorgere di tromboembolie nei pazienti giovani. Il caso tedesco che aveva portato allo stop di tre giorni nelle somministrazioni trova in effetti qualche riscontro, fermo restando che fenomeni simili sono rarissimi – per fare un paragone, la cara vecchia Aspirina genera più tromboembolie del discusso vaccino inglese.
Intanto l’Ema, l’agenzia europea del farmaco, ribadisce non solo che vaccinarsi con AstraZeneca è milioni di volte più sicuro per la salute che non farlo; ma anche che quei sieri sono “necessari” a prevenire le “migliaia di morti al giorno” provocati dal Coronavirus nell’Unione Europea. Chi ha fatto la prima dose di AstraZeneca riceverà regolarmente il richiamo con lo stesso siero. Il problema logistico per ora è relativo: ad essere vaccinata in massa al momento è proprio la fascia di età indicata per AstraZeneca, con le prenotazioni per gli over 70 che a Modena partono proprio lunedì prossimo. Intanto, partono le verifiche anche sul vaccino in arrivo, Johnson&Johnson.
Va anche detto che non tutti i Paesi del mondo hanno lo stesso timore di AstraZeneca. Il Regno Unito ha affidato proprio al siero di Oxford gran parte della campagna, e anche gli Stati Uniti tirano dritto arrivando a lanciare, dal 19 aprile, il “liberi tutti” vaccinale: addio ai criteri di età e alle patologie pregresse, si vaccina chiunque purché maggiore di 18 anni. Una decisione presa dopo 150 milioni di iniezioni effettuate, di cui 62 milioni di immunizzati totali: pari al 20% circa della popolazione statunitense.
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