REGGIO EMILIA – “Un’emozione, ma al di là di essere il primo: è una svolta, ci dà forza”. E infatti sorridono gli occhi di Alessandro Zerbini, 46 anni di Parma, responsabile del laboratorio in cui vengono analizzati i tamponi, il primo a essere stato vaccinato nel reggiano alle 14. Si commuovono invece gli occhi di Marco Massari, responsabile Malattie infettive: gli si incrina la voce. “Oggi c’è tutto: la gioia, ed escono fatica e sacrificio. Ssarà ancora lunga, ma sapere che in così poco tempo è arrivata un’opportunità contro il dolore, contro i lutti”.
Dall’esterno poteva sembrare una giornata come un’altra. Invece il giallo pallido del vecchio ospedale Spallanzani per Reggio da adesso è il colore della storia. Dopo le tante prime volte dolorose di quest’anno – il primo caso covid, il primo ricovero in Rianimazione, il primo decesso – questa prima volta ha un altro sapore. I protagonisti sono la scienza, il lavoro, l’organizzazione, i cento tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari che, volontari o convocati, si sono sottoposti al vaccino anti Covid fino al tardo pomeriggio, arrivando un po’ alla volta, entrando dall’ingresso 4 nelle stanze a piano terra utilizzate finora per i sierologici. 57 di loro dalle prossime ore diventeranno vaccinatori dei colleghi. L’obiettivo è iniziare il 2 gennaio nel padiglione D delle Fiere, ma dipende da quando arriveranno i prossimi vaccini. Nel reggiano sono 23mila i potenziali destinatari della prima fase, compresi operatori e ospiti delle Rsa.
“Faremo 7-800 vaccini al giorno, la seconda dose dopo 21 giorni“, spiega Emanuela Bedeschi, responsabile dell’Igiene pubblica. Le dosi Pfizer-BioNtech previste per questa giornata simbolica sono giunte puntualissime: dal Belgio a Roma, da Roma alla base militare di Pratica di Mare, dalla base in volo verso le venti destinazioni italiane tra cui il Bellaria di Bologna, e da lì alle province emiliano-romagnole.
Gli sguardi di Alessandro il biologo e di Marco l’infettivologo; le mani di Emanuela, specialista in igiene pubblica, che ha somministrato la prima dose; il volto di un’altra Emanuela, infermiera in ospedale a Scandiano. Loro sono stati in prima linea, loro sono stati i primi a vaccinarsi, da loro si riparte. “Non dobbiamo avere paura, dobbiamo dare l’esempio: si parte”, chiosa Emanuela Popoli, infermiera a Scandiano.
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