REGGIO EMILIA – La chiusura di bar e ristoranti sta mettendo in grave difficoltà chi deve pranzare fuori per lavoro. Sulla questione si alzano le richieste dalle amministrazioni locali. Ad oggi solo le mense restano accessibili a chi lavora per ditte convenzionate. Per tutti gli altri il servizio resta però inaccessibile, e non basta l’asporto.
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Risposte che dovrebbero arrivare ad una situazione che in queste settimane di zona arancione e di restrizioni anti Covid si è evidenziata con la chiusura degli esercizi pubblici e riguarda chi, per lavoro, è costretto a pranzare fuori e non può tornare a casa. Camionisti, rappresentanti ma anche chi lavora nei cantieri, nelle piccole aziende artigiane e nelle officine magari lontane dalla mense che pure sono rimaste aperte. Insomma un mondo di lavoratori che da tempo devono arrabattarsi mangiando in macchina, sui camion, nei cortili delle aziende, sui marciapiedi, a casa di qualcuno che li ospita. Non possono consumare il pasto ad una scrivania perché una scrivania non ce l’hanno. Una dimensione sociale sulla quale è intervenuto il sindaco di Rubiera, Emanuele Cavallaro (pure referente Anci), che in una lettera al Ministro della salute Speranza scrive: “Credo sia da prendere in considerazione dopo un’attenta valutazione sanitaria, di offrire la possibilità a chi si trova fuori casa per lavoro, di mangiare seduto ad un tavolo rendendo certo il tracciamento ad esempio fotografando la carta d’identità ad opera del ristoratore”.
Il sindaco di Casalgrande Giuseppe Daviddi a sua volta ha scritto una lettera-richiesta, sottoscritta dalle associazioni di categoria, perché i bar e i ristoranti siano riaperti almeno fino alle 18 nel rispetto delle norme anti contagio e con una continua attività di controllo. Senza considerare poi che anche i servizi igienici sono diventati introvabili e inaccessibili. Si parla di un possibile ritorno in zona gialla dai primi di febbraio. I dati sarebbero infatti in calo e se il trend si mantiene, l’Emilia Romagna potrebbe avere un allentamento delle restrizioni e a questo punto potrebbero essere riaperte queste attività che sono soprattutto di servizio.
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