REGGIO EMILIA – “Stiamo assistendo a una mutazione genetica del virus che è molto più aggressivo e colpisce soprattutto i giovani, per questo dovevamo intervenire”.
Interventi duri ora per non essere travolti da una forma di virus più aggressivo e che si diffonde più rapidamente. Lo dice l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, lo rimarca il governatore Stefano Bonaccini che spiega come il giro di vite deciso per le province di Bologna e Modena, che diventeranno rosse da domani, e per quella di Reggio Emilia, che sempre da domani passerà in arancione scuro, sia doloroso, ma inevitabile. “Chi fa politica deve assumersi delle responsabilità e prendere decisioni per salvaguardare la salute delle persone”, ha sottolineato il presidente della Regione.
Ma attenzione. Forse non basterà. Perché l’intera Emilia Romagna, da lunedì 8 marzo potrebbe trovarsi in zona rossa con ordinanza del ministero della Salute. Nel pomeriggio di venerdì la decisione di Roma in base ai dati in possesso del Comitato Tecnico Scientifico. “La sfida si vince con i sacrifici delle persone, ma anche e soprattutto con i vaccini” ha poi voluto sottolineare Bonaccini nel corso della conferenza stampa. “Rammarica dover dire ai cittadini che potremmo vaccinare molte più persone, ma al momento non possiamo farlo per la carenza delle dosi”. A marzo, in Emilia Romagna, sono attese complessivamente 513.950 fiale di antidoto.
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