REGGIO EMILIA – Il Comune è al lavoro da maggio per mettere a punto il piano di rientro a scuola in presenza dei bambini e dei ragazzi di elementari e medie. Servono più spazi per garantire il distanziamento: la stima è che un migliaio di studenti sia collocato in luoghi esterni alle scuole.
La truppa della fascia 6-14 anni in città conta 13mila tra bimbi e ragazzi, i più penalizzati in assoluto dal punto di vista dell’apprendimento, dal fatto di aver dovuto smettere con la scuola in presenza alla fine di febbraio. Per questo la ripartenza del ciclo primario la si sta progettando con un’attenzione particolare.
Per consentire il distanziamento, la prima cosa è stata cercare spazi esterni agli istituti, 12 comprensivi per 64 plessi. Ne sono stati trovati trenta, di luoghi ulteriori: una decina di centri sociali e altrettante parrocchie per il cui utilizzo si sta stringendo una convenzione con la diocesi; e poi, agriturismi e luoghi di cultura come le biblioteche e i Musei Civici, Palazzo da Mosto e i Chiostri di San Pietro. “Immaginiamo che una sessantina di classi usi questi trenta spazi – ha specificato l’assessore all’Istruzione Raffaella Curioni – vuol dire un migliaio tra bimbi e ragazzi”.
Quali classi di quali scuole andranno dove, lo si stabilirà a fine agosto dopo incontri con i singoli dirigenti scolastici. Non è neppure detto che servano tutti e trenta i luoghi, nei quali sono in corso i sopralluoghi dell’Ausl e dei tecnici del comune per verificarne le condizioni. “Stiamo facendo accordi su tutto l’anno scolastico – ha aggiunto la Curioni – ma confidiamo che l’emergenza diventi meno impattante e che si possa tornare via via nelle aule naturali”.
Verranno istituiti più punti di ingresso per ciascuna scuola. A ora, non sono previsti turni pomeridiani degli studenti ed è confermato il tempo pieno nelle 17 scuole in cui già c’era. “Abbiamo cercato di non accontentarci, di cercare non solo spazi ma posti di qualità, la progettualità passa anche dai luoghi”, ha concluso l’assessore.
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