REGGIO EMILIA – Un manifesto di 24 punti per creare le condizioni economiche e operative affinché l’apertura dei ristoranti sia meno in salita. Questo, in sintesi, il messaggio che arriva dal movimento Ristoratori Emilia Romagna.
Un gruppo nato in modo spontaneo poche settimane fa e che oggi può contare sull’adesione e sostegno di oltre 700 realtà, singoli ristoratori e gruppi già organizzati a livello provinciale, come Parma Quality, OstiNati, Consorzio Modena a Tavola, Ristoratori Responsabili di Reggio Emilia, Tour-Tlen di Bologna, Rinascita Pubblici Esercizi e Ristoratori Romagna e Unione Ristoratori Ferrara. L’obiettivo è mettere in rete passione e competenze e farne sintesi, per dare il proprio contributo ai soggetti decisori, nazionali, regionali e locali, affinché possano attingere suggerimenti e valutazioni da chi vedrà ricadere sulla propria pelle le decisioni assunte a livello politico e amministrativo.
Ventiquattro punti, si diceva, suddivisi in tre blocchi che affrontano le diverse problematiche che l’emergenza ha creato nell’intero settore. Si apre con le misure ritenute vitali e urgenti come la sospensione di leasing e mutui fino al 31 dicembre e recupero delle mensilità congelate in coda al periodo previsto dalla relativa misura, la proroga della cassa integrazione straordinaria fino al 31 dicembre per il personale in forza al 23 febbraio e la richiesta di ottenere un credito d’imposta al 60% dei canoni di locazione riconosciuto al proprietario degli immobili commerciali fino al 31 dicembre, con il rimanente 40% a carico del locatore e misura semplificata (cedolare secca).
Si prosegue con indicazioni che riguardano interventi che possono essere adottati dalle amministrazioni locali. In questo caso l’attenzione si concentra, tra l’altro, sulla cancellazione, per l’anno 2020, delle imposte locali (ad esempio Tari, Imu, tasse d’affissione, occupazione suolo pubblico) e tariffario ridotto del 50% per i primi sei mesi del 2021, detrazioni d’imposta per chi fa turismo in Emilia Romagna, allungamento degli orari di apertura delle attività almeno nel weekend.
Oltre a richieste, anche proposte operative con simulazioni, messe nero su bianco, per comprendere se sul campo alcune misure sono davvero applicabili, funzionali e sostenibili sul piano economico. Il tutto presentato in un ulteriore documento tecnico di quattro pagine che, ad esempio, fissa alcuni punti sulle modalità di accesso in sicurezza nei locali così come le varie possibili opzioni per i menù: digitali, usa e getta, plastificati, lavagne, tablet e altro.
“Stiamo agendo su due fronti: da un lato stiamo operando per allargare il numero di consensi e di adesioni al manifesto, dall’altro ci stiamo proponendo agli interlocutori politici per costruire insieme, nel rispetto dei ruoli e della sicurezza sanitaria, percorsi sostenibili per la ripresa dell’attività”, ha spiegato Federico Riccò, che in questi giorni ha assunto il compito di portavoce del gruppo Ristoratori Emilia Romagna. “In entrambi i casi, i riscontri sono positivi. Le adesioni sono in costante crescita e stanno arrivando, oltre che da ristoratori, anche da aziende e consorzi della filiera in cui noi siamo inseriti. Non mancano anche i sostegni a livello nazionale, a partire dalla prestigiosa associazione Gli Ambasciatori del Gusto. Dall’altro abbiamo già in calendario una seconda videoconferenza con i rappresentanti della Regione che saranno guidati dall’assessore al Turismo e al Commercio Andrea Corsini e dal sottosegretario Davide Baruffi. Siamo molto contenti dell’attenzione riservataci, ora vediamo cosa emerge”, ha concluso Riccò.
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