REGGIO EMILIA – Pulizia delle scarpe all’entrata, misurazione della temperatura e distribuzione della mascherina personale da usare nei reparti durante il turno di lavoro, igiene delle mani e pulizia delle postazioni di lavoro negli uffici e nei capannoni di produzione.
La Argo Tractors di Fabbrico, che costruisce trattori e conta 1.300 dipendenti, mostra in un video tutorial gli accorgimenti adottati per la ripartenza nella cosiddetta “fase 2”. Le misure di sicurezza dal contagio del Coronavirus fissate dai protocolli prevedono anche l’accesso distanziato ai servizi igienici e alle macchinette di distribuzione di bevande. Nei giorni scorsi Argo Tractors ha provveduto anche a una sanificazione generale degli ambienti con soluzioni a base di cloro irrorate tramite un atomizzatore trainato da un trattore o con dispositivi a spalla.
Si calcola che la ripresa delle attività produttive veda in campo oltre 6mila imprese, per un totale di almeno 100mila addetti in provincia, mentre restano fermi buona parte del commercio e dei servizi alla persona. I comparti della metalmeccanica, ceramica, abbigliamento e costruzioni si sono rimessi in moto, pur con tutte le difficoltà del momento e le incognite di un mercato investito dalle conseguenze della pandemia. L’apparato produttivo reggiano genera oltre 18 miliardi di fatturato aggregato all’anno e 2 miliardi di stipendi pagati ai dipendenti.
Un posto di lavoro su tre è creato dal settore industriale. La ripartenza della manifattura ha riguardato anche le piccole imprese artigiane della Cna, che sono circa 1.500. L’associazione artigianale ha dato vita a un progetto interessante: ha creato un “polo della sicurezza” per forniture contro il Covid-19. Riunisce 50 aziende associate, imprese accreditate che offrono i loro servizi in materia di fornitura di mascherine, camici e abbigliamento da lavoro, guanti, barriere protettive e cartellonistica, prodotti igienizzanti, sanificazione e pulizia.
Gian Piero Del Monte
Reggio Emilia Argo Tractors industrie reggiane emergenza coronavirus covid-19 aziende ripartite