REGGIO EMILIA – In provincia, nel 2018, sono state 450 le convalide di sfratto. Il numero rischia di raddoppiare a causa della contrazione dei redditi che tante famiglie si trovano a fronteggiare. Chi è senza lavoro ha paura di restare senza la casa. Precari e stagionali sono i più preoccupati tra coloro che telefonando si rivolgono al Sunia, il sindacato inquilini della Cgil.
“In alcuni casi i proprietari, così come era successo nella crisi del 2007-2008, si sono attivati autonomamente nel procedere a una riduzione del canone d’affitto”, spiega il segretario provinciale Carlo Veneroni. Il blocco degli sfratti, stabilito dal decreto “cura Italia”, durerà fino al primo settembre ma riguarderà situazioni di difficoltà già in essere, slegate dalla pandemia. Per questo motivo servono aiuti e in tempi brevi. Sul piatto 15 milioni di euro li ha stanziati l’Emilia Romagna, anticipando e integrando il fondo per il sostegno all’affitto. “Ma non si è potuto ancora capire quanto arriverà per ogni provincia e soprattutto non si sono potute discutere le modalità di erogazione – sottolinea Veneroni – Servono misure veloci perché i mesi passano”.
Il suggerimento che per primo arriva dal sindacato consiste nel ricontrattare il canone direttamente col proprietario. E’ rivolto anche agli studenti fuori sede, chiamati comunque a pagare alloggi che attualmente non stanno occupando. “Auspichiamo di potere utilizzare risorse che incentivino i proprietari a ridurre i propri canoni d’affitto, quindi non solo la buona volontà che è legata a casi sporadici”, conclude il segretario del Sunia di Reggio.
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