REGGIO EMILIA – “I telespettatori devono sapere che non ci sono certezze su questa malattia”. Ospite al Il Graffio su Telereggio, ha messo le cose in chiaro la professoressa Cristina Mussini dell’università di Modena e Reggio, infettivologa che col suo gruppo di lavoro sta studiando l’efficacia di farmaci biologici come gli anticorpi nella cura dei pazienti affetti da Covid-19.
E le poche certezze, oltre che conseguenza del fatto di trovarsi di fronte a una malattia nuova, derivano dagli abbondanti 15 giorni di ritardo iniziali con i quali la si è affrontata. E anche qui la professoressa mette le cose in chiaro sui motivi. “Ci siamo basati sulle informazioni arrivate dalla Cina, ma ci hanno detto un sacco di storie: hanno mentito sull’inizio della pandemia, hanno mentito dicendo che i pazienti andavano intubati il prima possibile e invece no, abbiamo avuto morti in più”.
Bene però fissare una data per una progressiva ripartenza, perché col virus si dovrà convivere. “Perché il 3 maggio? Per evitare l’effetto bottiglia di champagne shakerata: lasciando libertà di movimento per i ponti ci sarebbe stato il rischio di un altro picco di contagio”.
Mussini a settembre farà parte di uno studio clinico per arrivare a mettere a punto un vaccino. Non illudiamoci però: nemmeno quello, se arriverà, sarà la soluzione per tutti. Dipenderà dalle reazioni di ogni organismo all’antidoto. Per la professoressa l’unica cosa è sperare in un indebolimento del virus. “Si trasmette per via respiratoria e non c’è niente di peggio: chi è che non parla con qualcuno? Le mascherine sono fondamentali”.
Negli studi del Graffio la vicepresidente della Regione Elly Shlein ha sottolineato la necessità che il Governo ascolti i territori. “Il silenzio assenso delle Prefetture non è stato utile, servono tavoli territoriali per capire come affrontare la fase due e come procedere con le riaperture laddove sarà possibile”.
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