REGGIO EMILIA – Anche le strutture ricettive nostrane sono in grave difficoltà a causa della pandemia. Difficoltà che si sono accentuate con l’introduzione della stretta sugli spostamenti.
“Reggio Emilia non è mai stata una città da turismo culturale, gastronomico o quant’altro – le parole di Francesca Lombardini, presidente provinciale Federalberghi – E’ una città con una clientela fondamentalmente ‘business’. Se un tempo si riusciva a sopravvivere solo col business e nel weekend si registrava qualche presenza, adesso gli alberghi in questa situazione sono vuoti”.
Turismo azzerato per effetto del Covid. Pesanti ripercussioni, inoltre, il settore alberghiero sul nostro territorio le sta pagando in seguito alla riorganizzazione adottata dalle aziende, che hanno ridotto al minimo le trasferte dei propri collaboratori e dipendenti. All’hotel Astoria, che conta 107 camere, soltanto una ventina sono state in media occupate durante i giorni della settimana cominciata con l’entrata in vigore della zona arancione in Emilia Romagna. La situazione è analoga per le altre strutture ricettive della città.
“Si lavora per un terzo della capacità – ha aggiunto Lombardini – Ci sono già alberghi che hanno chiuso per qualche settimana, in attesa di tempi migliori, in quanto per una struttura le spese fisse sono altissime, non vale la pena tenere aperto”.
Hanno sospeso le attività il Cristallo, l’hotel Posta e l’albergo delle Notarie, resiste il Morandi che però si ferma nel fine settimana. Restano aperti l’Airone, l’Holilday Inn e il Classic; quest’ultimo, tuttavia, soltanto nel caso ci sia qualche squadra in arrivo in città per eventi sportivi. Sta poi valutando la chiusura il Park Hotel a Belvedere.
Le ultime strette che riguardano i locali si sono abbattuti anche sui ristoranti annessi agli alberghi, che possono accogliere solo chi ha riservato il pernottamento. Un servizio combinato che può essere oggetto di promozioni “per cercare di fare vivere l’albergo, ma anche il ristorante” ha detto la Lombardini.
In bilico c’è anche il turismo invernale: la neve sarà l’ultima delle incognite per le strutture della nostra montagna. “Hanno usufruito dell’estate come di una boccata d’ossigeno, vedremo sotto le feste cosa accadrà. Spero che per loro non si tratterà di un colpo di grazia”, ha concluso la presidente.
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