REGGIO EMILIA – Sono 125mila le prestazioni specialistiche che l’Ausl ha cominciato a riprogrammare. Ma le attività legate alla pandemia non sono state sospese. A Il Medico e il Cittadino si è parlato di come stanno ripartendo le strutture sanitarie in un contesto in cui la minaccia del Covid-19 non è passata.
“Abbiamo visto che è andata bene, le aperture del 4 maggio non hanno portato a nuovi focolai”, ha detto la dottoressa Cristina Marchesi, direttore sanitario dell’Ausl. Ma l’emergenza non è passata e le nuove aperture costringeranno l’azienda a monitorare i contagi almeno fino alla fine di giugno. Attualmente, in provincia ci sono 600 persone ancora positive al Covid, un centinaio di queste sono in ospedale. Tutte le attività sul territorio sono ancora attive, dalle squadre Usca ai tamponi drive in: “Abbiamo una mole di lavoro importante collegata ancora alla pandemia – ha aggiunto Marchesi – con un numero importante di persone impegnato, quindi questo già ci dice che non abbiamo le risorse di prima per la ripresa”.
Per circa un mese non sarà ancora possibile prenotare nuove visite, restano garantite le urgenze. Si è cominciato a riprogrammare le 125mila prestazioni prenotate, che erano state sospese a marzo e aprile. La necessità di non affollare le sale di attesa costringerà ad allungare i tempi. L’obiettivo resta quello di proteggere gli ospedali: “Oggi tutte le persone che vengono ricoverate in ospedale devono sottoporsi al tampone tre giorni di prima se si tratta di programmati oppure in urgenza se si tratta di urgenze”, ha spiegato Giorgio Mazzi, direttore del presidio ospedaliero dell’Ausl.
Il cittadino deve attendere la chiamata dell’Ausl. I primi appuntamenti a essere ricollocati riguardano esami radiologici e di laboratorio. Poi, toccherà alle visite di cardiologia, endoscopia, reumatologia, fisiatria. Tra le ultime ci saranno quelle di otorino, oculistica e la chirurgia ambulatoriale. “Il ricollocamento della prenotazione non necessariamente avverrà nella sede dove il cittadino ha primariamente prenotato, potrebbe avvenire in un altro distretto o in una struttura privata”, ha ricordato Eletta Bellocchio, direttore del programma specialistico ambulatoriale dell’azienda ospedaliera.
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