REGGIO EMILIA – Un assegno universale per tutte le famiglie con figli minorenni, ma anche congedi parentali potenziati come quello per i neo papà che si allunga a 10 giorni, bonus e contributi per sostenere le spese dell’educazione dei figli, dal nido all’università.
Sono le principali misure contenute in quello che è stato ribattezzato Family Act, un pacchetto a sostegno delle famiglie redatto dal ministro alle Pari opportunità Elena Bonetti. Ieri sera il via libera del Consiglio dei Ministri al disegno di legge, collegato alla legge di bilancio 2020 che impegna il Governo a realizzare riforme e potenziare quelle esistenti.
La misura più consistente è senz’altro l’assegno unico, per cui vale il principio dell’universalità: l’assegno è attribuito indistintamente in una quota base a tutti nuclei familiari con uno o più figli, cui viene aggiunta una quota variabile determinata per scaglioni dall’indicatore Isee. Si terrà conto anche dell’età dei figli a carico. L’assegno è mensile e verrà corrisposto dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del diciottesimo anno di ciascun figlio tramite una somma di denaro o mediante il riconoscimento di un credito d’imposta.
Sono previsti contributi che possono coprire anche l’intero ammontare delle rette di asili nido, sezioni primavera e scuole dell’infanzia ma anche eventuali forme di supporto presso la propria abitazione per bimbi con meno di sei anni. Introdotte anche misure di sostegno per le spese per i minori affetti da patologie fisiche, per l’acquisto di libri scolastici ma anche per gite, attività sportiva, corsi di lingua, arte e musica.
Il disegno di legge prevede inoltre detrazioni fiscali per le spese di affitto sostenute per figli maggiorenni iscritti all’università e agevolazioni fiscali per l’affitto della prima casa per le giovani coppie. Il Governo dovrà procedere al riordino e al potenziamento dei congedi parentali. Introdotti incentivi al lavoro femminile e una retribuzione nei giorni di astensione per malattia dei figli. Sono previsti incentivi per i datori di lavoro che realizzino politiche per l’armonizzazione tra vita privata e lavoro, come lo smart working, con priorità per le lavoratrici madri fino alla maggiore età del figlio.
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