REGGIO EMILIA – Si fa presto a diventare famiglia che bussa alla Caritas. E’ accaduto a 130 nuclei che nel momento in cui è venuto a mancare lo stipendio a causa del Coronavirus si sono trasformati da famiglie autosufficienti a famiglie povere e bisognose di denaro. “Abbiamo risposto a 125 di queste richieste – ha detto Isacco Rinaldi, direttore della Caritas diocesana – erogando contribuiti per oltre 50mila euro che sono stati già integralmente versati”.
Altre 150 famiglie, del tutto sconosciute alla Caritas prima del Covid, hanno richiesto il pacco dei viveri. Chi sono i nuovi poveri ? “Molti italiani, oltre il 50%”, ha spiegato Rinaldi. Qualcuno nel corso dei mesi si è ripreso, una volta terminato il lockdown ha ricominciato a lavorare e ha salutato la Caritas. Molti altri necessitano ancora di aiuti.
Due le categorie particolarmente colpite, “tutti coloro che lavoravano nel mondo della ristorazione, come coloro i quali hanno mansioni nel mondo delle pulizie, che continuano ad avere grossi problemi”. Il direttore della Caritas Rinaldi pone infine l’accento su un altro aspetto della povertà: “Molte delle persone che ci chiedono un aiuto economico, mostrano correlato anche un lato depressivo e di difficoltà all’interno dell’ambito famigliare”.
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