REGGIO EMILIA – C’è anche chi per trovare un riparo è arrivato a pagare, caro e in nero, un garage o una cantina, c’è chi è costretto a cercare soluzioni di fortuna, magari occupando scantinati e luoghi abbandonati, e chi deve ricorrere alla compravendita dei certificati di domicilio. Per gli stranieri, la casa non è solo un luogo dove alloggiare e costruire una famiglia. Insieme al lavoro è anche un elemento indispensabile per essere regolari in Italia e ottenere, con i lunghi tempi della Questura, il permesso di soggiorno. Tornare nell’irregolarità, invece, è un rischio sempre concreto e da irregolari è molto più facile finire per diventare manovalanza della criminalità. Questa particolare condizione che riguarda tanti stranieri è stata evidenziata dall’associazione Città Migrante in occasione della presentazione dell’attività del 2024 dello Sportello Solidale.
“Succede che c’è il mercato della compravendita dei domicili e delle residenze, un mercato nero per persone che non riescono a trovare un alloggio con affitto regolare, devono affittare in nero per poter rinnovare i documenti. C’è anche un risvolto sulla sicurezza. Le persone regolari possono accedere ai servizi, agevolarle significa creare una città più sicura per tutti”, spiega Federica Zambelli, presidente dell’associazione Città Migrante.
Più di 200 le richieste arrivate lo scorso anno allo sportello di viale Risorgimento dell’associazione di volontariato che da 18 anni cerca di rispondere, in rete con altri enti e servizi, ai bisogni delle persone di origine straniera con importanti risultati. Basti pensare che oggi l’8% di chi vi si rivolge ha ottenuto la cittadinanza italiana. Un traguardo che resta però un miraggio per tanti, ancora costretti a scontrarsi con le difficoltà di accesso alla Questura e contratti di lavoro molto precari.
“Persone che si sono rivolte a noi hanno contratti precari e brevi, anche rinnovati di settimana in settimana, o il cosiddetto lavoro grigio, con contratti all’apparenza in regola, ma poi costrette a lavorare molte più ore”, chiosa Zambelli.
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