REGGIO EMILIA – Se hai vinto cinque Champions League e sette scudetti, sei un campione. Ma se ti chiede l’autografo sia chi era bambino alla fine degli anni ’80 sia chi è bambino oggi, allora in quel caso sei nel cuore della gente.
Alessandro “Billy” Costacurta è come ci si aspetta che sia: un uomo di classe. Non per niente, assieme ad altri, in primis quei Maldini, Baresi e Tassotti che con lui hanno composto per anni la difesa più forte del mondo, è ancora oggi ritenuto un modello. Oggi che il mondo del pallone, e chi lo calcia, sono spesso altro. A 40 anni dalla vittoria del mondiale di Spagna, ieri sera al Campovolo la domanda principale è stata: come sta il calcio italiano? “Non sta bene, ma non è al collasso – la sua risposta – Lo dico perché seguo i settori giovanili: questo è il momento delle opportunità, dobbiamo darci una mossa”.
Assieme a Costacurta, che ancora oggi è il marcatore più anziano della serie A e che dopo quei 20 anni e oltre nel Milan è stato allenatore e dirigente Figc, il suo collega di Sky Matteo Marani, firma di documentari-gioiello e presidente della fondazione Museo del calcio. Il deputato uscente e candidato alle prossime elezioni, Andrea Rossi, ha parlato della necessità di una riforma del calcio partendo “dal basso”, avendo cioè come punto di riferimento quelle decine di migliaia di ragazzi che praticano questo sport, e ha ricordato come il Pd avesse proposto l’inserimento, nella Costituzione, di un riferimento all’attività motoria, che ora manca. Presente anche Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro e vicepresidente della Figc, che al termine di una lunghissima estate fatta di ricorsi e controricorsi ha detto: basta ripescaggi.
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