REGGIO EMILIA – Il patrimonio immobiliare del Consorzio agrario dell’Emilia non appartiene più alla struttura nata dalla fusione tra i consorzi di Reggio Emilia, Bologna, Modena e Ferrara. Gli immobili, gli impianti e i terreni sono stati conferiti, come abbiamo visto, a una società per azioni, Consorzi Agrari d’Italia, in sigla Cai, di cui il Consorzio dell’Emilia è il secondo azionista con il 31% del capitale dopo BF-Bonifiche Ferraresi.
Ai beni conferiti è stato attribuito un valore di 71 milioni di euro. Ma insieme alle attività, sono state trasferite a Cai anche le passività dei consorzi, cioè i debiti. Proprio questo era uno degli obiettivi fondamentali dell’operazione ideata da Coldiretti: sgravare i consorzi dai debiti, mettendoli in capo ad un altro soggetto. Il passo successivo è stato quello di convincere le banche creditrici a rinunciare a rivalersi sui consorzi per i debiti trasferiti e anzi a concedere un riscadenziamento delle obbligazioni.
Il progetto originario prevedeva il conferimento di 340 milioni di debiti finanziari, ma la mancata adesione di alcuni consorzi ha ridotto gli importi. Che restano comunque ragguardevoli. Il 1° ottobre 2020 sono stati trasferiti a CAI 275 milioni di debiti, di cui 70 verso le banche e 195 verso i fornitori.
In questo quadro complessivo, il Consorzio agrario dell’Emilia ha fatto la parte del leone: soltanto sul fronte dell’esposizione finanziaria, si è liberato di 59 milioni di debiti bancari. Circa 28 sono stati trasferiti a Cai, altri 31 alla società immobiliare Cai Real Estate.
Si tratta complessivamente di 24 posizioni bancarie aperte presso una decina di istituti di credito. In 7 casi, quelli più rilevanti, il conferimento riguarda mutui ipotecari o finanziamenti, ma ci sono anche una mezza dozzina di anticipi sui ricevute bancarie e 8 scoperti di conto corrente.
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