REGGIO EMILIA – Il taglio era diventato strutturale alla metà di gennaio. Con una sforbiciata di 90 corse, pari a circa il 6% delle 1.363 giornaliere svolte da Seta in ambito urbano. Autobus che sono spariti dalla circolazione, dopo le 15, salvaguardando sempre i servizi minimi. Tradotto: era rimasto invariato il servizio in orario scolastico e nella fascia intorno alle 19.
In questi tre mesi i disagi risultano essere contenuti, nonostante sia stata di circa un decimo, al pomeriggio, la soppressione delle corse introdotta. Il motivo è quello noto degli autisti, che sono in sottorganico. Nonostante alcuni nuovi ingressi, attraverso il canale di reclutamento della cosiddetta “Seta Academy”, il saldo non è migliorato di molto. L’azienda ha dovuto fare fronte a malattie, pensionamenti, conducenti che non hanno passato l’esame di idoneità alla mansione che ciclicamente viene svolto. Difficile è poi un maggiore coinvolgimento del privato in questo momento dell’anno, caratterizzato dalle gite scolastiche.
Per questi motivi, Seta ha chiesto all’Agenzia di Mobilità una proroga, ovvero di fare slittare il momento del ripristino di tutte le corse cancellate. L’azienda vorrebbe proseguire con l’attuale rimodulazione in vigore fino alla fine dell’anno scolastico. Uno scenario che l’Agenzia ha rifiutato, chiedendo nel più breve tempo possibile, ovvero appena dopo Pasqua, di tornare alla normalità.
La stessa agenzia ha applicato le penali previste dal contratto di servizio. Le circa 750 corse che nell’arco del 2023 sono saltate costeranno a Seta 150mila euro. Sul bilancio dell’azienda pubblica peserà poi il mancato incasso per i chilometri non percorsi.
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