REGGIO EMILIA – Era iniziata a marzo 2021, con la Guardia di finanza a prelevare documentazione negli uffici della direzione Ausl all’ex San Lazzaro. Era proseguita un mese dopo col sequestro di più di 2 milioni di mascherine. Ora i sostituti procuratori Iacopo Berardi e Marco Marano iscrivono nel registro degli indagati sei persone che avrebbero a vario titolo inquinato l’appalto per la fornitura di mascherine per trarne profitto. Le ipotesi di reato vanno dalla corruzione, alla truffa, alla frode. Tre degli indagati sono reggiani: l’allora responsabile del rischio dell’Ausl oggi in pensione, Pietro Ragni, attuale vicepresidente dell’ordine dei medici; Giovanni Morini, ingegnere responsabile del Servizio di prevenzione e protezione dell’Ausl, e l’imprenditore Lorenzo Scarfone, mediatore tra l’azienda sanitaria e l’indagato Paolo Paris, trentino, che si era aggiudicato l’appalto a marzo di due anni fa. Altri due imprenditori, un francese e uno spagnolo, avrebbero anche loro mediato tra Paris e la Cina produttrice di quelle mascherine.
Nel marzo di due anni fa l’Ausl di Reggio, con assegnazione diretta, comprò da Paris, specializzato nel campo dei formaggi stagionati reinventatosi nel settore sanitario, 5 milioni di mascherine tra chirurgiche ed Ffp2: servivano agli ospedali e alle rsa. Il valore dell’appalto era di 5 milioni e 600mila euro. Le mascherine sono risultate non conformi all’uso medico dopo essere state sottoposte a perizia tecnica, e da lì le fiamme gialle hanno analizzato i flussi contabili. Sono emerse l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per 600mila euro. Le fiamme gialle hanno sequestrato 320mila euro ritenuti provento delle false fatturazioni, oltre ad altri 2,2 milioni di mascherine ancora nel deposito dell’Ausl.
Per Paris e Scarfone la procura aveva chiesto i domiciliari, richiesta che il gip ha respinto e per la quale è stato fatto ricorso al Riesame.
Ragni sarebbe stato corrotto con la consegna di una bici elettrica, ora sequestrata: “Quello è stato semplicemente un regalo per il pensionamento che mi è stato fatto da un amico di famiglia di lunga data – dice Ragni a TgReggio – Sono contento che si siano chiuse le indagini, così da dimostrare in breve tempo che la mia posizione è pulita e più che legittima. Ho fatto molte cose importanti per la salute della comunità reggiana in un momento difficilissimo”.
La posizione dell’ordine dei medici
L’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Reggio Emilia ha piena fiducia nella giustizia e nella magistratura. Confidiamo pertanto che sarà fatta piena chiarezza sulla vicenda sottolineando l’integrità morale che ha da sempre contraddistinto l’operato del Dott. Pietro Ragni come medico e Vice Presidente dell’Ordine.
L’Ausl di Reggo Emilia: “Siamo parte lesa. Avviati procedimenti disciplinari”
In merito all’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Reggio Emilia, denominata “The mask”, la Direzione dell’Azienda USL di Reggio Emilia precisa che sarà parte lesa, se verrà confermato che le mascherine acquistate nel marzo 2020 e attualmente sequestrate, non dovessero risultare idonee all’uso. Relativamente ai dipendenti coinvolti, l’Azienda ha avviato un procedimento disciplinare in attesa di conoscere i risultati dell’inchiesta.
I complimenti del prefetto Iolanda Rolli alla Guardia di finanza
“Questo risultato è emblematico della capacità delle Fiamme Gialle di lavorare su più fronti: proprio durante la fase più critica della pandemia, infatti, mentre erano a lavoro per il controllo del territorio per assicurare il rispetto della normativa introdotta per il contenimento della diffusione del contagio da Covid19 e per l’accertamento delle specifiche misure per lo svolgimento in sicurezza delle attività produttive industriali e commerciali delle Aziende autorizzate alla prosecuzione dell’operatività, i militari della Guardia di Finanza hanno condotto una brillante attività d’intelligence, che testimonia l’attento e capillare impegno svolto sul territorio”.
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