REGGIO EMILIA – Signorini come Toti. Anche l’ex numero uno dell’Autorità portuale di Genova Paolo Emilio Signorini, così come l’ex presidente della Regione Liguria, ha scelto la strada del patteggiamento, nel procedimento penale che lo vede accusato di corruzione. I suoi legali Mario ed Enrico Scopesi hanno concordato con la Procura di Genova una pena di tre anni e cinque mesi, quasi doppia rispetto a quella definita per Toti. Secondo gli accordi, Signorini sarà temporaneamente interdetto dai pubblici uffici e si vedrà confiscare più di 100 mila euro. Sarà il giudice per l’udienza preliminare a valutare la richiesta ed eventualmente ad accoglierla.
Il patteggiamento non equivale a un’ammissione di colpa: è la rinuncia dell’imputato a contestare in giudizio le accuse che gli vengono mosse. Signorini in questo modo evita il processo ed ottiene uno sconto di pena.
Amministratore delegato di Iren su indicazione del Comune di Genova dall’agosto 2023 fino al 7 maggio scorso, giorno dell’arresto, Signorini ormai non ha più nulla che fare con l’azienda di servizi pubblici. Dopo l’immediata revoca delle deleghe, il 25 giugno scorso il manager era stato anche licenziato per giusta causa. Dal 10 settembre amministratore delegato di Iren è Gianluca Bufo.
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