CORREGGIO (Reggio Emilia) – Sono due i filoni per ora scaturiti dalle dimissioni di Ilenia Malavasi da sindaco di Correggio, un atto dovuto per i primi cittadini di Comuni con oltre 20mila abitanti per poter concorrere come candidati al parlamento alle prossime elezioni. Nel caso di Malavasi, parliamo della disponibilità a candidarsi col Partito Democratico, presumibilmente nel collegio uninominale di Reggio Emilia per la Camera dei deputati.
Il primo filone è quello burocratico-amministrativo: dovranno trascorrere adesso 20 giorni, scaduti i quali, se Malavasi non avrà ritirato le proprie dimissioni, il prefetto di Reggio farò scattare l’iter per la nomina del commissario, che sarà ratificata dal presidente della Repubblica. Proprio l’arrivo di un commissario ha scatenato l’altro filone, quello delle reazioni politiche. Già tra fine 2013 e maggio 2014 Correggio era stato retto da un commissario, dopo le dimissioni di Marzio Iotti per la vicenda Encor, e Forza Italia ha criticato la scelta di Malavasi che ha come conseguenza il secondo commissariamento per il comune nell’arco di una decina scarsa di anni.
Il Pd locale difende il sindaco dimissionario, la sua azione di questi anni e la sua decisione delle ultime ore: “Pensiamo che tutti a Correggio abbiamo potuto toccare con mano l’abnegazione, la determinazione e la competenza con cui Ilenia Malavasi ha svolto il ruolo di sindaco, ma soprattutto pensiamo che tutti, anche dall’opposizione, abbiano apprezzato i benefici che Ilenia ha portato in questi anni alla comunità correggese – scrive il partito in una nota – Il futuro commissariamento l’avremmo evitato volentieri, ma è la legge che lo impone e su questo tema non ci si può fare nulla. Tutto questo accanimento, anche se comprensibile visto l’impossibilità per le opposizioni di attaccarsi ad altro, onestamente è ingeneroso nei confronti di chi ha dato tutto per la città”.
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