CORREGGIO (Reggio Emilia) – Il teatro Asioli di Correggio ha presentato la nuova stagione 2020/2021. “Nel rispetto di tutti i protocolli necessari per garantire la sicurezza di spettatori e artisti, quindi, l’attività, pur ridotta nella quantità, manterrà quel profilo di qualità cui sono abituati i suoi frequentatori”, si legge in una nota.
Cambiano le modalità di accesso: i vincoli sulla capienza e sul distanziamento non consentono, infatti, di proporre i tradizionali abbonamenti ma solamente carnet di biglietti, che saranno messi in vendita da sabato 24 ottobre (è comunque prevista la prelazione per gli ex- abbonati).

Ascanio Celestini – Barzellette
©Musacchio, Ianniello & Pasqualini (via ufficio stampa Asioli)
Il cartellone sarà diviso in due parti (novembre-gennaio e febbraio-aprile): la seconda parte sarà confermata e messa in vendita nel mese di gennaio. La prima parte della stagione si aprirà il 10-11 novembre con La mia infinita fine del mondo, diretto da Lino Guanciale e prodotto da ERT, sul testo del drammaturgo uruguayano Gabriel Calderon che ci parla, anche con scene e intermezzi esilaranti, del senso di una fine che è sempre in corso ma che non accade mai definitivamente; seguirà il sorprendente Dökk della compagnia fuse* (18 novembre), una straordinaria performance già apprezzata in importanti festival di tutto il mondo in cui interagiscono danza ed elettronica, reale e virtuale, con una performer-danzatrice che si muove immersa in videoproiezioni create in diretta da un software a partire dal battito cardiaco e dai movimenti della performer stessa, dall’analisi dei suoni e, addirittura, dai trending topics di Twitter; Lella Costa porterà in scena (20 e 22 novembre) il celebre premiatissimo monologo La vedova Socrate di Franca Valeri, purtroppo recentemente scomparsa; il concerto dell’Orchestra Cupiditas (28 novembre), brillante complesso giovanile – già ospitato e ammirato lo scorso anno – nato nell’ambito della prestigiosa Scuola di Fiesole e collaboratore stabile del Maggio Musicale Fiorentino, avrà in programma il Concerto per pianoforte di Grieg e la Sinfonia n.7 di Beethoven; ritorneranno gli esplosivi acrobati kenyani Black Blues Brothers (7-8 dicembre) con il loro nuovo spettacolo Let’s twist again; Filippo Dini è regista e co-protagonista, con Arianna Scommegna, del bellissimo Misery (19-20 gennaio), dal romanzo di Stephen King, in cui emerge una riflessione potente sulla creatività, sulla capacità della scrittura di essere mondo, su come l’atto creativo possa diventare una sorta di condanna, una sorta di tirannia, una droga in grado di condizionare ogni momento della vita reale di uno scrittore; in un piccolo omaggio a lui dedicato, Ascanio Celestini presenterà i suoi due spettacoli Radio clandestina (29 gennaio) e Barzellette (30 gennaio), rispettivamente un “classico” della nuova narrazione e la sua ultima produzione.

Lella Costa (via ufficio stampa Asioli)
La seconda parte della stagione si svolgerà da febbraio ad aprile e sarà confermata nel mese di gennaio, valutata l’evoluzione dell’emergenza sanitario. Saranno all’Asioli: Stefano Accorsi, protagonista dell’attesissimo nuovo spettacolo Patria (titolo provvisorio), scritto da Lucia Calamaro, una delle più apprezzate e premiate autrici teatrali dell’ultimo decennio; When the rain stops falling, premio Ubu per la regia 2019, una saga familiare firmata da Andrew Bovell – pluripremiato drammaturgo e sceneggiatore australiano -, un racconto epico, intimo, distopico, un viaggio in una “memoria futura” che ci porta – dal 1959 al 2039 – alle soglie di un incredibile diluvio torrenziale; il Maestro Umberto Orsini, protagonista di Prima del temporale, diretto da Massimo Popolizio; Silvio Orlando, con i musicisti dell’Orchestra di Piazza Vittorio, che porterà in scena La vita davanti a sé dallo straordinario romanzo di Romain Gary, in cui si racconta di Momo, ragazzino arabo nella banlieu di Belleville, figlio di nessuno, accudito da una vecchia prostituta ebrea, storia di un amore materno dove non contano i legami di sangue e le tragedie della storia svaniscono davanti alla vita, al semplice desiderio e alla gioia di vivere; infine tornerà il Teatro delle Ariette con Pane e petrolio, una cena per 40 spettatori in cui la compagnia racconta la trasformazione dell’Italia da paese agricolo a industriale tra struggenti memorie personali e testi da Pasolini.