REGGIO EMILIA – Le scuole sono chiuse da un mese e all’orizzonte non si vede ancora la riapertura. Una situazione inedita, che costringe la Scuola a percorrere la strada della didattica a distanza.
Giuseppe Caliceti, scrittore, autore di libri e articoli sulla scuola, docente di scuola primaria, lo fa attraverso i video che carica quotidianamente sul suo blog www.ibambiniciparlano.it in cui legge ai suoi alunni filastrocche e storie. “LLa scuola al tempo del Coronavirus è naturalmente una scuola a distanza, che non realizza di certo la migliore delle didattiche possibili”. Se università e istituti superiori sono certamente più abituati e più attrezzati alla didattica a distanza, la scuola elementare rischia di essere l’anello debole della catena. Ma Caliceti promuove l’impegno degli insegnanti in una situazione tanto difficile. “La mobilitazione multimediale di queste settimane da parte di dirigenti e docenti per restare in contatto con i ragazzi non può che essere giudicata positivamente. Anche se in ordine sparso e in assenza di precise direttive ministeriali”
Caliceti solleva poi un tema importante ma ancora poco dibattuto. Per scaricare applicazioni come Google Hangouts e Google Classroom, Meetings e Zoom, è necessario registrarsi acconsentendo all’uso dei dati personali. E così i giganti del web fanno incetta di informazioni su di noi: contatti, foto, video, cronologia delle attività, spostamenti. Un paradosso: in una scuola solitamente ossessionata dal rispetto della privacy, la privacy non c’è più ma nessuno ci fa caso.
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