REGGIO EMILIA – Il luogo scelto è quello del tunnel dell’ex entrata del pronto soccorso del Santa Maria Nuova di Reggio. L’auto con al volante il paziente arriva, il finestrino scende, il medico, che indossa visiera, copricapo e mascherina, esegue due tamponi: uno nasale e uno faringeo. Senza toccare nulla li inserisce nella provetta che l’assistente tecnico gli avvicina; poi si cambia i doppi guanti e passa alla vettura successiva.
In queste ore è iniziata anche a Reggio la sperimentazione che il commissario regionale per l’emergenza Coronavirus Sergio Venturi ha definito dei ‘tamponi drive in’, letteralmente ‘alla guida’. Un metodo non solo totalmente sicuro ma anche molto veloce, nei giorni scorsi messo in atto a Bologna e a Modena.
Ricordiamo che è solo su chiamata: è l’Ausl a convocare i pazienti secondo un database e tramite sms inviato il giorno prima. E’ d’obbligo presentarsi in auto, preferibilmente da soli, e chi si dovesse palesare senza essere stato convocato incorrerà in sanzioni. Sono coinvolti i malati di Covid-19 che si stanno curando nelle proprie case, che sono in grado di mettersi al volante e il cui stato di decorso della malattia deve essere controllato. Farlo così evita un gran numero di visite a domicilio, con conseguente risparmio di operatori e dispositivi di protezione individuale. Servono due esiti negativi per poter dire di essere guariti e uscire così dalla quarantena: se lo è il primo esame, il giorno dopo il tampone verrà rifatto per la conferma. Se invece il primo esito è ancora positivo, si verrà richiamati la settimana successiva.
Una cinquantina i tamponi drive in nell’agenda di questa prima giornata, circa sei all’ora. La mini squadra guidata dal dottor Antonio D’Apote, medico di base in pensione che come altri si è dato disponibile e che è stato richiamato al lavoro dall’Ausl in questo periodo d’emergenza, ha effettuato un esame ogni dieci minuti dalle 8 del mattino, ma è probabile che i tempi si possano snellire ancora per arrivare a numeri maggiori una volta che il servizio sarà a regime. Si è cominciato con il controllo dello stato di salute di operatori sanitari e delle case di riposo e dei rappresentanti delle forze dell’ordine. Via via nei prossimi giorni verrà attivato il servizio in tutti i distretti della provincia. A Guastalla e a Castelnovo Monti le strutture sono state allestite dalla Protezione Civile; a Scandiano e a Correggio sono state predisposte nella ‘camere calde’ dei pronto soccorso, locali esterni collegati con gli ospedali, a Montecchio sempre nella camera calda ma del vecchio pronto soccorso.
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