BOLOGNA – Il prossimo sabato, 9 maggio, il commissario ad acta all’emergenza Coronavirus in Emilia-Romagna, Sergio Venturi, cesserà il suo incarico. Una decisione maturata con il consolidarsi del rallentamento del contagio, culminato nella fine della fase acuta della crisi e nel passaggio a quella della ripartenza. Scelta condivisa con il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che lo aveva voluto in quel ruolo il 5 marzo scorso.
“La situazione di oggi in Emilia-Romagna non è nemmeno paragonabile a quella di due mesi fa – sottolinea Venturi – tanto che nelle ultime ore ho parlato di epidemia sotto controllo. Si è chiusa una fase, quella dell’emergenza, e se ne apre un’altra che guarda al ritorno alla normalità. Certo, una normalità diversa da quella a cui eravamo abituati prima del Covid: dovremo abituarci al distanziamento personale per ripartire in sicurezza. Ma proprio per questo ritengo siano venute meno le ragioni di una gestione commissariale e torna l’esigenza primaria che siano le istituzioni preposte a programmare e gestire questa nuova fase”. “Sono stati due mesi drammatici – ancora una volta rivolgo un pensiero soprattutto alle persone che hanno perso la vita e ai loro cari – nei quali però ho collaborato con donne e uomini straordinari, ognuno nel suo campo. Avrò modo da qui a sabato di ringraziare tutti, anche pubblicamente. Lo voglio però fare subito con il presidente Bonaccini per la fiducia che mi ha dato e con l’assessore Donini per la collaborazione reciproca: abbiamo fatto squadra, insieme a medici, infermieri e operatori davvero straordinari”, conclude il commissario ad acta.
“In queste settimane abbiamo tutti avuto la riprova del fatto che Sergio sia una persona eccezionale- afferma Bonaccini-, prima ancora che un professionista e un amministratore pubblico serio e preparato. Nonostante scelte personali prese da tempo, ha accettato di rimanere a darci una mano non appena scoppiata l’emergenza sanitaria, diventando un punto di riferimento per l’intera comunità regionale e per tutti i cittadini, ai quali si è rivolto ogni giorno quasi prendendoli per mano e portandoli fuori da un periodo durissimo. Alle competenze tecniche e scientifiche spese nel coordinamento della gestione dell’emergenza, e al dovere di informare con trasparenza, ha aggiunto quel tratto di umanità che ha fatto sentire tutti meno soli. A Sergio va davvero il mio grazie, a nome di tutti gli emiliano-romagnoli”.
Test sierologici, tamponi, strutture per anziani e sanità territoriale
“Stiamo assistendo a un graduale ritorno alla normalità, ce lo dicono i numeri, e abbiamo la consapevolezza di potere ripartire anche con il ripristino lento e progressivo delle attività – il commento di Venturi – Il sistema sanitario regionale non è andato in default, abbiamo fronteggiato uno tsunami, tenendogli testa. Non mi lamento di quello che in questa regione siamo riusciti a fare, senza tralasciare il pur tragico bilancio dei morti. Ci sarà anche chi ha fatto meglio di noi, ma non credo sia opportuno stilare graduatorie. Siamo stati capaci di fortificare il sistema sanitario regionale, il nostro esercito adesso è completamente schierato.
Il Commissario è poi intervenuto sul tema dei test sierologici e dei tamponi: “Siamo partiti con 2 mila tamponi al giorno, arrivando poi a 5 mila; l’obiettivo è quello di raggiungere, entro quindici giorni, quota 10 mila. Anche i test sierologici stanno aumentando”. Sulla diffusione del virus ha ribadito la necessità di spegnere da subito i focolai, “con particolare attenzione alle famiglie con positivi e alle strutture che ospitano anziani (che non erano pronte ad affrontare l’epidemia)”. Infine, sulle cure al plasma ha spiegato che “l’Emilia-Romagna da anni fa ricerca sul plasma, stiamo predisponendo un protocollo, ma abbiamo bisogno di sicurezza, in quanto sono troppo pochi i casi trattati in Lombardia (solo 21 ndr).