REGGIO EMILIA – L’odissea vissuta dai due reggiani ospiti del centro militare della Cecchignola dopo il loro rientro dalla Cina è stata al centro della trasmissione “il Graffio” di ieri sera su Telereggio.
“Ai nostri conterranei consigliamo di vivere serenamente e seguire il protocollo che viene dato e pensare che andrà tutto bene, il pensiero positivo è importante”. L’ottimismo prima di tutto. E’ l’atteggiamento consigliato ai circa cinquanta reggiani al momento alle prese con l’isolamento fiduciario, misura imposta per contrastare la diffusione del Coronavirus.
Suggerimenti e solidarietà arrivano da Paolo Ghiddi e Luciano Catti, i due reggiani reduci dal periodo di quarantena alla base militare romana. Assieme agli altri 54 italiani che erano rientrati dalla Cina, sono la prova vivente dell’efficacia legata ai corretti comportamenti, visto che per un paio di giorni sotto lo stesso tetto ha vissuto il 29enne ricercatore di Luzzara risultato positivo al tampone.
“In quei due giorni non è stato infettato nessuno – hanno raccontato – Adottare i metodi consigliati ha avuto i suoi effetti. Si è trattato di un buon esempio”. Un’odissea, quella vissuta dai due tecnici che si trovavano a Wuhan per lavoro, che resterà indelebile nei loro ricordi. “Dalle finestre vedevamo una città desolata. In giro c’era solo la polizia che faceva posti di blocco sui ponti, nelle strade di campagna, era impossibile uscire dal perimetro. Ci ha fermato la polizia cinese, anche sgarbatamente, ho capito che eravamo in una brutta situazione”.
Per quasi due settimane Catti e Ghiddi hanno atteso in hotel il volo di ritorno organizzato dalla Farnesina. “Il prezzo più alto lo hanno pagato i nostri famigliari, che non avevano notizie di noi”. Con vivo stupore, è stata appresa la notizia dell’esplosione dell’emergenza da Coronavirus nel nord Italia proprio all’indomani del loro agognato rientro a casa. “Siamo usciti dalla Cecchignola che era tutto tranquillo. Da dieci giorni circolavano gli stessi dati sulla diffusione del virus. Numeri che erano rassicuranti. Invece…”.
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