REGGIO EMILIA – Il Coronavirus, che sta provocando migliaia di vittime solo in Italia, produce effetti rilevanti anche sull’economia. L’epidemia sta paralizzando molte attività commerciali e ora, con le nuove limitazioni, anche diversi settori produttivi. I conti si faranno alla fine, anche se si preannunciano assai pesanti.
Un bilancio provvisorio che si può già stilare, sebbene con approssimazione, è quello relativo agli effetti della tempesta che ha scosso i mercati finanziari e sta falcidiando i risparmi. A giugno 2019, secondo la Banca d’Italia, la ricchezza finanziaria di famiglie e imprese reggiane superava i 27 miliardi di euro. Circa 14,7 miliardi sono costituiti da depositi, cioè dalle somme che giacciono sui conti correnti e che dunque sono al riparo dai venti di tempesta. Gli altri 12,7 miliardi sono invece investiti in titoli. Se per gli oltre 2 miliardi di titoli di Stato italiano detenuti dai risparmiatori della nostra provincia di rischi non ce ne sono, per gli altri prodotti il discorso cambia. Le obbligazioni bancarie e le altre obbligazioni, come quelle emesse dalle aziende, stanno registrando flessioni medie nell’ordine del 5%, con una perdita di valore complessiva di un centinaio di milioni di euro.
Molto più pesante è il salasso per chi possiede azioni. Nell’ultimo mese Piazza Affari ha bruciato il 35%, provocando minusvalenze stimabili in 618 milioni di euro. Ma le azioni rappresentano solo il 14% della ricchezza investita in titoli. Oltre la metà del portafoglio finanziario dei reggiani è costituita da quote di fondi d’investimento. Qui si va dal -10% dei fondi obbligazionari al -28% dei fondi azionari statunitensi al -30% dei fondi azionari europei. Anche solo ipotizzando una flessione media del 20%, la perdita potenziale supera il miliardo e 330 milioni di euro. Il totale delle diverse voci è di oltre 2 miliardi.
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