LUZZARA (Reggio Emilia) – E’ di Luzzara il primo italiano trovato positivo al nuovo coronavirus. Si tratta di un ricercatore di 29 anni che vive e lavora negli Stati Uniti. Il test gli è stato fatto a Wuhan, dove si trovava assieme alla fidanzata cinese: lì per festeggiare il capodanno, sarebbero dovuti partire per la Thailandia, ma il reggiano è arrivato alla base militare romana della Cecchignola assieme agli altri 55 rimpatriati. Solo nelle ultime ore si è avuta la conferma della positività: ad ora le sue condizioni sono buone. Il bollettino dell’istituto superiore di sanità, che sta coordinando la sorveglianza epidemiologica a livello nazionale e che nei casi di positività ai primi test effettua gli esami di controllo, parla per il reggiano di un “modesto rialzo termico” e di “iperemia congiuntivale”, ovvero una leggera febbre e un arrossamento degli occhi.
Il sindaco di Luzzara sta tenendo i contatti col padre del 29enne, padre che per ora preferisce non aggiungere altro: “Con mio figlio abbiamo deciso di non rilasciare alcuna dichiarazione, mi dispiace”, ci scrive con un messaggio. Comprensibile ovviamente, l’attenzione sul tema è altissima e, come più volte abbiamo detto, è spesso trascesa nella psicosi.
Alla Cecchignola l’ultima giornata trascorsa è stata di agitazione crescente. La notizia che ci fosse un italiano positivo al virus è iniziata a trapelare dall’esterno ancor prima che ci fosse l’ufficialità, anche con telefonate da parte dei famigliari, e tra i nostri connazionali che fino al 16 febbraio compreso rimarranno in isolamento si è diffusa la preoccupazione, ognuno pensando alla propria condizione. Da mercoledì i controlli medici, da tre al giorno che erano, sono diventati due, al mattino e alla sera, e i risultati non vengono comunicati immediatamente. Insomma, la notizia di un contagiato è stata riferita in serata da un responsabile. Il gruppo reggiano-modenese che si trova alla Cecchignola, cinque colleghi di un gruppo ceramico di Fiorano, è compatto, anche se l’umore non è più così alto come all’inizio e ci confermano che un po’ di stanchezza comincia a farsi sentire.
“Anche se non si può escludere del tutto, ritengo molto improbabile che l’italiano risultato positivo al coronavirus possa avere trasmesso l’infezione a qualcun altro dei 55 italiani rientrati e tuttora in osservazione”: lo ha dichiarato all’Ansa il direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, Gianni Rezza.
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