Coronavirus nelle case di riposo: a Gavassa positivi 19 ospiti su 21. VIDEO

REGGIO EMILIA – Torniamo a parlare della difficoltà che il coronavirus ha comportato per quanto riguarda la gestione delle case di riposo. L’impatto dell’epidemia sulle strutture presenti nel comune di Reggio è al centro della riunione della Commissione consiliare salute che si sta svolgendo in questo momento.

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Da subito l’Ausl è stata a fianco di tutte le residenze per anziani. Difficoltà negli approvvigionamenti dei dispositivi di protezione individuale ci sono state in un primo momento ma il problema ora è superato. Il contributo della sanità reggiana sul fronte più delicato dopo quello ospedaliero, viene ribadito davanti ai consiglieri comunali della Commissione consiliare salute, presieduta dal chirurgo Claudio Pedrazzoli. Collegata in videoconferenza, come tutti del resto, c’è Cristina Marchesi, direttore sanitario dell’Azienda Usl. La dimensione del problema è nei numeri dei contagi riferiti alle 8 strutture gestite dalla Asp Reggio Città delle Persone. Su circa 750 ospiti complessivi sono 136 i positivi, quasi un anziano su cinque. Zone rosse per accudire i contagiati, come previsto dai protocolli, sono state allestite all’interno dell’Omozzoli Parisetti, della casa residenza I Girasoli, a Villa Le Magnolie e a Villa Erica. Limitati sono i ricoveri in ospedale, mentre dal punto di vista dei decessi, il numero di morti registrate nel primo trimestre dell’anno, a prescindere dell’epidemia, è cresciuto di dieci rispetto a un anno fa.

Sul territorio del comune sono operative anche quattro strutture che fanno parte della rete diocesana. Soltanto una di queste finora sta facendo i conti col virus. Si tratta della Don Messori di Gavassa, dove gli anziani contagiati sono 19 su 21. Due i casi più gravi, sottoposti all’ossigeno terapia mentre otto sono gli asintomatici.
In tutte le strutture il personale è stato formato e continua ad essere seguito dai consulenti dell’Ausl, che è intervenuta anche fornendo infermieri e operatori socio sanitari in sostituzione del personale venuto meno poiché infettato. Su tutti i lavoratori sono in corso i test sierologici.

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