MONTECCHIO (Reggio Emilia) – Un numero di decessi più alto rispetto all’andamento degli ultimi anni. Anziani da accudire in apposite zone rosse con procedure e protezioni specifiche e operatori sotto organico.
E’ la situazione d’emergenza nella casa della carità San Giuseppe, struttura parrocchiale da 100 letti attigua alla chiesa di San Donnino. In 20 giorni sono morti 14 ospiti; per 5 di questi il decesso è avvenuto in ospedale, dove è stata accertata l’infezione da Coronavirus. Positivo è risultato anche il tampone su un’anziana che, ammalata, è deceduta nella residenza, mentre per quanto riguarda le altre persone scomparse il test non è stato eseguito. Si tratta di “uomini e donne con malattie croniche che già si trovavano inserite in un percorso di fine vita” ha affermato, contattata al telefono da Tg Reggio, la coordinatrice Beatrice Golinelli.
Il virus, nell’ospizio, ha fatto ingresso all’inizio di marzo quando dal “Franchini” di Montecchio è rientrato, infettato dal Covid-19, un ospite che era stato ricoverato a causa di una patologia pregressa. Successivamente, è stata colpita buona parte del personale. Quattro le operatrici risultate positive, ma i lavoratori che sono dovuti rimanere a casa sono molti di più.
Qualche rinforzo è giunto da Coopselios. L’Ausl è intervenuta fornendo istruzioni e sono arrivate le forniture di dispositivi di protezione individuale dopo un periodo di irreperibilità durante il quale sono state riutilizzate, lavandole, delle mascherine di stoffa.
Al momento gli anziani da accudire nelle aree isolate dell’edificio sono più di dieci. Alcuni verranno trasferiti in apposite strutture Covid, così da alleggerire una mole di lavoro che non lascia spazio alla gestione delle telefonate dei famigliari. Emblematico l’episodio di un parente che si è introdotto a forza nella struttura.
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