REGGIO EMILIA – “Ripartiremo, ma non voglio dirvi più forti di prima, lavoreremo con le mascherine, non potremo vedere i vostri sorrisi, ci adegueremo”. Adesso si è tutti fermi sulla linea di partenza, e il dopo, una volta che ci si sarà alzati sui pedali, non sarà una volata. Sarà una tappa di montagna. La metafora è ciclistica perché prendiamo in prestito le parole di Andrea Corradini, titolare della Cicli Corradini di via Kennedy, sicuri, come lui, che la sua voce sia quella di tutti i commercianti reggiani in attesa, ancor prima di capire se i conti quadreranno, di rivedere i volti dei loro clienti. Di quelle chiacchiere tra amici, quasi. Di quei rapporti che si creano negli anni.
“Quando voi entrate in un negozio e ci comprate qualcosa avete una grande possibilità, riuscite a vedere oltre il cartellino, i codici a barre”. Il negozio di fianco a casa vostra magari esiste da decenni e decenni. E’ quello da cui vi servite da una vita, e adesso i titolari sono quelli che pensano a come fare per non lasciarvi soli, che pubblicano tutorial per mostrarvi come si tingono i capelli, che aderiscono ai progetti dei Comuni per portarvi la spesa a domicilio, che chiudono il loro ristorante ancor prima che diventi obbligatorio per aiutarvi a stare in
casa.
“I miei avi hanno traghettato questa baracca facendola passare attraverso due guerre mondiali, ora tocca a noi, alla grande, ci si vede”.
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