REGGIO EMILIA – Ma quante sono le persone morte in seguito all’epidemia di Coronavirus nella nostra provincia? Non stiamo parlando di quei decessi che in molti comuni sono aumentati di tre, quattro, anche cinque volte rispetto ai mesi di marzo e aprile dell’anno scorso; decessi che non sempre è possibile mettere in relazione al Covid, almeno per ora. Stiamo parlando dei decessi certificati dall’Ausl e come tali comunicati quotidianamente ai mezzi d’informazione anche dalla Regione, dalla Protezione civile e dal ministero della Salute.
Fino al 29 aprile, nonostante qualche incongruenza, il quadro era chiaro e parlava di un totale di 514 morti dall’inizio dell’epidemia. A partire dal 30 aprile qualcosa nel meccanismo deve essersi inceppato. Quel giorno Ausl di Reggio e Regione fornirono un bilancio molto diverso: 5 decessi per l’Ausl, 11 secondo la Regione. L’Ausl si scusò, riconobbe come corretti i dati della Regione e corresse il totale dei decessi da 519 a 525. Poi, l’azienda sanitaria non segnalò decessi l’1 e 2 maggio, ma il totale dei morti scese a 520. Com’è possibile?
Il 3 maggio altro enigma: il bollettino elenca 9 pazienti uomini deceduti, ma poi i morti complessivi delle ultime 24 ore diventano, non si sa come, 8 e il totale dall’inizio dell’epidemia sale a 529. Il 4 maggio l’Ausl informa di una modifica del flusso informativo e del passaggio a un diverso sistema di raccolta dei dati. Risultato: un nuovo decesso, ma il totale resta sempre 529. Uno pensa: sarà il riallineamento dei dati.
Il 5 maggio il bollettino indica in 10 i morti delle ultime 24 ore, ma il totale viene fissato in 542 anziché in 539. E siamo al 6 maggio: nonostante 3 nuovi decessi, il numero totale dei morti, anziché crescere di tre unità scende a 538. Meglio così, verrebbe da dire con una battuta. Ma dalle statistiche delle istituzioni sanitarie ci si aspetta chiarezza, non confusione.
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