REGGIO EMILIA – La nostra risulta la seconda provincia in Italia per tasso di mortalità nelle residenze per anziani a causa del Coronavirus. E’ quanto emerge da un’indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità. Un rapporto che, tuttavia, lascia adito a diverse perplessità sulle modalità di ricerca.
In testa alla triste graduatoria c’è Bergamo, con un indice di mortalità pari al 18,2%, ma subito dopo viene il nostro territorio dove la percentuale è al 14,9%, poi Lodi e Cremona. Per quanto riguarda altre province emiliane, nell’indagine spiccano anche Piacenza all’ottavo posto con indice di mortalità pari al 7% e Parma, 14ª con il 6%.
Il campione della ricerca ha preso in esame 8 strutture reggiane in cui si sono registrati 76 decessi, più altre 21 persone risultate positive. L’analisi è stata avviata il 24 marzo scorso e si è conclusa il 14 aprile, coinvolgendo 3.276 residenze sanitarie assistenziali distribuite in modo rappresentativo su tutto il territorio nazionale.
Attenzione però: la ricerca va maneggiata con cura. Tra le realtà interpellate, infatti, solo 1.082 hanno risposto ai questionari inviati dall’Istituto Superiore di Sanità. In provincia di Reggio Emilia i soggetti che gestiscono residenze
per anziani sono una quarantina. La Asp Città delle Persone, a cui fanno capo 8 strutture nel Comune capoluogo per un totale di 660 ospiti, non risulta ad esempio essere stata interpellata.
Tornando agli esiti della ricerca: a livello regionale il tasso di mortalità fra gli ospiti, considerando i decessi di persone risultate positive o con sintomi simil-influenzali, è del 6,7% in Lombardia ed è la quota più elevata. Segue l’Emilia Romagna con il 4%, poi il Veneto con l’1,3%. La media nazionale è del 3,3%.
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