REGGIO EMILIA – Il provvedimento era nell’aria ed è arrivato in serata, dopo il giorno più nero dell’Emilia-Romagna da quando l’epidemia è iniziata, con 525 nuovi casi di positività e 65 decessi nelle ultime 24 ore. Nel mirino della Regione ci sono questa volta i luoghi di aggregazione come parchi e giardini pubblici, considerati aree di diffusione del virus a causa del comportamento di quelle persone che continuano a frequentarli in gruppo come se nulla fosse. La risposta è drastica: l’ordinanza chiude al pubblico parchi e aree verdi da oggi fino al 3 aprile. Poi si vedrà.
L’obiettivo è appunto quello di ridurre i contatti tra le persone, che sono il principale veicolo di trasmissione del virus.
Per raggiungere questo obiettivo, la Regione mette in campo anche misure che venivano escluse solo pochi giorni fa. Se martedì il commissario straordinario Sergio Venturi aveva spiegato che non c’erano obiezioni sull’attività fisica praticata in solitudine, l’ordinanza firmata ieri sera da Bonaccini cambia strada. Il provvedimento limita sia l’uso della bicicletta, sia gli spostamenti a piedi, che d’ora in avanti sono consentiti solo per ragioni di lavoro, di salute o per altre necessità, come gli acquisti di generi alimentari. La pedalata e la corsa per fare un po’ di movimento, così come l’uscita con il cane, si possono fare, ma soltanto rimanendo in prossimità della propria abitazione.
Per il resto cambia poco. I bar delle stazioni di servizio collocate in autostrada e lungo le strade extraurbane principali potranno continuare a restare aperti, quelli lungo le strade extraurbane secondarie anche, chiudendo alle 18. Gli unici che dovranno abbassare la saracinesca sono quelli delle aree di servizio che si trovano all’interno dei centri abitati. Tutto come prima per gli esercizi esentati dalla sospensione dell’attività: possono continuare a tenere aperto supermercati, negozi di generi alimentari, farmacie, parafarmacie, erboristerie, tabaccherie, lavanderie, profumerie e edicole.
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