REGGIO EMILIA – “Riprendere a giocare secondo me è una cosa un po’ pericolosa. Da un punto di vista etico, non è una cosa eclatante ricominciare un campionato di calcio. In più giocando tutti i giorni e fregandosene magari delle persone che muoiono“.

Lamberto Boranga
Il concetto è chiaro, stoppare il mondo del pallone in questo momento di emergenza Coronavirus. La medicina e lo sport si uniscono nelle parole di Lamberto Boranga, 77enne storico portiere granata e medico. Specializzato nel ramo sportivo e attuale medico del Perugia, l’ex numero della Reggiana che conquistò la promozione in B nel 1971, lancia la proposta del Passaporto Biologico nel calcio. Una carta che consente di avere il quadro sanitario aggiornato delle condizioni di ogni giocatore, utile in questo caso per sapere se l’atleta in precedenza sia stato contagiato o meno dal Coronavirus.
“Sarà a giudizio di un medico e della Federazione, prima della partita, controllare questa carta per far sì che si disputi una partita nella massima serenità. Per esempio, chi ha avuto contatti con il virus da poco e ha avuto sintomatologia io non lo farei giocare”.
Una volta che la situazione sarà tornata alla normalità, il numero uno lancia la proposta di un’amichevole benefica da disputare in città: “Non sto aspettando altro, mi alleno tutti i giorni e sono in condizioni ottime. Se lo facessimo poi per una questione di beneficenza e con l’incasso in donazione all’ospedale di Reggio Emilia lo farei volentieri”.
Nessun dubbio sullo stadio. “Ovviamente al Mirabello, altrimenti non vengo”.
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