REGGIO EMILIA – Tra i settori in maggiore sofferenza e per il quale non c’è ancora una programmazione sulla ripresa delle attività c’è quello della cultura e degli spettacoli. Abbiamo intervistato il direttore della Fondazione I Teatri di Reggio Paolo Cantù.
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“Siamo esattamente una filiera produttiva come tutte le altre, come la meccatronica o la moda, significa che siamo in grado di garantire dei protocolli di sicurezza da qui ripartire“.
Il direttore della Fondazione I Teatri non ci sta al fatto che il mondo della cultura sia escluso dalla fase 2 e soprattutto sia considerato l’ultimo della fila in fatto di riaperture. Per il momento non c’è ancora un orizzonte, ma Paolo Cantù lancia una proposta alla città, quella di un piano di investimenti sia pubblici che privati per favorire la fruizione degli eventi cuturali e di spettacoli per tutta la popolazione: “Immaginare per un tempo determinato, alla riapertura della città alla socialità, di pensare alla cultura e all’arte come beni primari, come pezzo del welfare cittadino. Un ticket culturale, come sanità e istruzione, a partire dai redditi più facili. Immaginare prezzi simbolici per tutto”.
Poi il direttore Cantù commenta così la possibilità di una ripresa via streaming caldeggiata dal ministro Franceschini: “Penso che possa essere un valore aggiunto e una occasione, ma spero che non diventi l’epicentro della ripartenza”.
Sono oltre 60 gli spettacoli rinviati dai Teatri a causa dell’emergenza sanitaria per una perdita in termini di incassi di 500mila euro. I dipendenti della Fondazione sono una cinquantina.
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