REGGIO EMILIA – Sono quasi 65mila i lavoratori in provincia coinvolti da processi di ammortizzatori sociali a causa della crisi economica provocata dall’epidemia di Coronavirus.
Un quadro preoccupante per il tessuto economico e occupazionale reggiano quello dipinto, a tinte fosche, dal Covid 19. La Cgil invoca da un lato un atteggiamento di responsabilità da parte del mondo imprenditoriale e al tempo stesso anche da quello bancario. “Si tratta, grossomodo, del 40% degli occupati sul nostro territorio al netto dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Le imprese devono fare la propria parte nel sostenere i lavoratori e, al tempo stesso, crediamo che il sistema bancario debba impegnarsi a sostenere la liquidità delle imprese”, le parole di Valerio Bondi, della segreteria Cgil.
Per quanto riguarda poi il blocco delle attività produttive, almeno quelle non strettamente necessarie, il sindacato ritiene giusto attendere che le condizioni sanitarie migliorino sensibilmente. “Pensiamo che non ci siano ancora le condizioni per una riapertura delle attività produttive – ha aggiunto Bondi – e che vadano mantenute le restrizioni in essere. Ci rendiamo conto di cosa questo significhi in futuro, ma la società sta compiendo un enorme sacrificio che sta producendo risultati che non possono essere sprecati”.
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