REGGIO EMILIA – La raccomandazione con cui la Banca Centrale Europea ha bloccato la distribuzione dei dividendi da parte degli istituti di credito fino al 1° ottobre avrà conseguenze non secondarie anche in provincia di Reggio.
La decisione, di carattere eccezionale, è motivata con la necessità di far sì che le banche conservino il capitale in una fase dell’economia che si profila difficilissima. Ma arriva dopo che i consigli di amministrazione degli istituti hanno deciso le cedole da proporre alle assemblee degli azionisti.
Per stare alle banche maggiormente radicate nel nostro territorio, il Credem dovrebbe distribuire 73 milioni di dividendi. Stessa cifra per Bper Banca. Banco Bpm ha in programma di erogare cedole per 121,2 milioni, mentre l’anno scorso Credit Agricole Italia-Cariparma versò agli azionisti 128,6 milioni di euro. Somme che, anziché andare in pagamento nelle prossime settimane, resteranno congelate almeno fino ad ottobre.
Tra i soggetti che rischiano di essere più penalizzati dal diktat della Bce ci sono le fondazioni bancarie. La Manodori, ad esempio, dovrà attendere almeno sei mesi per incassare 1,9 milioni di euro di dividendi da Unicredit. Per non parlare della Fondazione Cariparma, che l’anno scorso incassò quasi 28 milioni di cedole da Credit Agricole e da Intesa Sanpaolo, e della Fondazione di Modena, che percepì più di 20 milioni da Carimonte Holding, Unicredit e Bper.
Tra i privati, invece, spicca Credemholding, la finanziaria che controlla il Credito Emiliano. Con il suo 77,7% delle azioni della banca, si preparava ad incamerare 56,7 milioni di dividendi. Dovrà aspettare, così come tutti gli altri azionisti grandi e piccoli, fino al 1° ottobre.
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