LUZZARA (Reggio Emilia) – “Sto bene, sono tranqullo”. Sono rassicuranti le parole che il 29enne luzzarese trasmette ai familiari, con i quali può comunicare solo telefonicamente, dall’isolamento a cui è stato sottoposto dopo essere risultato positivo al Coronavirus, primo caso di un cittadino italiano. Il giovane ricercatore ha ricevuto anche la chiamata del ministro della Salute Roberto Speranza che a nome di tutta la comunità nazionale gli ha espresso “sostegno e vicinanza”.
In conseguenza del caso accertato, è ricominciato da capo il loro periodo di isolamento all’interno della cittadella militare della Cecchignola. I 55 italiani saranno trattenuti fino all’inizio di marzo. Il periodo di due settimane di quarantena va conteggiato a partire da ieri. Quarantena che il 29enne di Luzzara sta ora seguendo presso l’ospedale Spallanzani di Roma. I professionisti dell’istituto sono al lavoro per tracciare tutti i suoi contatti.
Il giovane ha manifestato i sintomi dell’infenzione alla Cecchignola, mentre era in isolamento assieme agli altri connazionali fatti rientrare da Whuan, la città cinese epicentro dell’epidemia, lunedì scorso con il velivolo dell’areonautica militare. Febbre e congiuntivite i segnali manifestati. Sottoposto al test, è risultato positivo. Ricercatore all’università della California di Santa Barbara, era in Cina con la fidanzata per festeggiare il capodanno cinese ma i programmi sono stati stravolti dall’emergenza sanitaria.
Il giovane, la cui famiglia a Luzzara è molto conosciuta, non può vedere nessuno, se non i medici e gli infermieri adeguatamente protetti. Il padre è un medico dell’ospedale di Guastalla. Contattato al telefono da Radio Capital ha ribadito che il figlio sta bene e di essere costantemente in contatto con lui.
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