REGGIO EMILIA – Tre imprese su quattro sono in difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus e l’85% prevede un peggioramento dei risultati economici per il 2020. A dare l’allarme è Cna, che ha condotto una indagine interrogando con un questionario 6.327 piccole e micro imprese. Trasporto e turismo sono i settori più esposti. Il 68% delle aziende ritiene molto probabile il ricorso ad ammortizzatori sociali.
Da Cna Fita (i trasporti) di Reggio arrivano conferme preoccupanti.

Alessandro Fontana
Secondo Alessandro Fontana, titolare dell’agenzia Fontana Viaggi di San Polo: “In oltre 60 anni di attività non abbiamo mai attraversato una crisi così profonda nel turismo, nemmeno dopo l’attacco alle Torri Gemelle. Mai vista una cosa del genere. Arrivano solo disdette, per una perdita complessiva annua, ad oggi, stimabile in 3 milioni di euro a dir poco. Questa emergenza non poteva capitare in un periodo peggiore, considerando che da febbraio a giugno sono i 4 mesi di lavoro più intensi, in cui si concentrano le gite scolastiche. I trasporti scolastici rappresentano il 50-60% del nostro fatturato. Tutte le gite sono state annullate e con la sospensione delle scuole nelle ultime due settimane, con il solo servizio scuolabus mancato, abbiamo perso circa centomila euro. Con l’agenzia viaggi, se possibile, va ancora peggio. La gente ha paura, inoltre sugli autobus è impossibile mantenere il metro di distanza come da ultime direttive. I nostri 30 dipendenti stanno consumando le ultime ferie fino alla fine di questa settimana. Il problema sarà dopo”.

Paolo Gaspari, di Gaspari Viaggi
Anche a Reggio Paolo Gaspari, titolare di Gaspari Viaggi, è da solo in azienda in attesa che il fax o il telefono squillino: “Siamo completamente fermi dalla chiusura delle scuole. Abbiamo solo disdette fino a fine maggio. Possiamo calcolare, ad oggi, circa centomila euro di mancato fatturato. Le scuole per contratto hanno diritto a non pagare alcuna penale in caso di disdetta dei servizi di trasporto e la stessa cosa vale per le agenzie viaggi. Con le partite a porte chiuse anche i trasporti delle squadre di calcio sono bloccati. Basti pensare che perfino gli NCC sono fermi! Per non parlare dei viaggi da e verso l’estero. Gli stranieri non vogliono più venire in Italia. Oltre al danno d’immagine per il nostro Paese, c’è un serio rischio di ricaduta sociale: vista la situazione, appena i miei 20 dipendenti finiscono le ferie, da lunedì sono costretto a lasciarli a casa senza stipendio se non si sblocca qualcosa. Quante aziende saranno costrette a fare lo stesso?”.
La paralisi totale non riguarda solo i viaggi per grandi gruppi. Oltre agli NCC come ricordava Gaspari, anche la situazione dei taxi in città è critica, con attese anche di 180 minuti senza alcun cliente.

Giorgio Lugli, presidente di Cna Reggio Emilia
“Tra le tante criticità che devono affrontare le imprese dei settori più colpiti – dichiara il presidente CNA Reggio Emilia Giorgio Lugli – ci sono i tassi di presenza dei propri dipendenti, come hanno confermato Fontana e Gaspari, poiché nel loro caso il telelavoro è impraticabile. Ecco perché non c’è tempo da perdere. Come CNA abbiamo avanzato delle proposte molto chiare e concrete al Governo nazionale, tra cui: estendere le misure sospensive già adottate dal Governo e disporne il relativo allungamento, nei confronti di tutte le imprese che operano, in particolare, nel turismo, nel trasporto, nella moda, nella somministrazione di alimenti e nel benessere; garantire l’erogazione di credito alle imprese e una moratoria sui crediti; ripristino del superammortamento al 150% per l’acquisto dei beni immateriali e materiali, compresi i mezzi di trasporto; sospendere l’utilizzo degli ISA per il 2020; procedere al disboscamento della giungla burocratica, partendo dalla cancellazione dell’art. 4 del decreto fiscale sulla responsabilità solidale dei committenti in fatto di ritenute fiscali dei dipendenti delle imprese appaltartici e subappaltatrici”.
“Siamo fiduciosi anche sulle richieste del nostro Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini – conclude il presidente Lugli – perché le misure non siano circoscritte alle sole zone rosse e si valuti l’opportunità di azzerare i contatori della Cassa integrazione guadagni e la possibilità di sbloccare le risorse non spese della Cassa in deroga, per assicurare continuità di reddito ai lavoratori”.














