REGGIO EMILIA – In questi giorni di emergenza sanitaria molte donne vittime di violenza non riescono a chiedere aiuto o decidono di non denunciare. I nuovi contatti con l’associazione Nondasola si sono dimezzati rispetto a un trend ormai consolidato.
A confermarlo la presidente Silvia Iotti: “Probabilmente le donne faticano a trovare un momento in cui chiamare in sicurezza. La convivenza forzata non aiuta o forse vista l’emergenza sanitaria si sono date altre priorità e hanno deciso di resistere. Ma noi ci siamo”. #noicisiamo è anche il titolo della campagna lanciata dalla rete nazionale dei centri antiviolenza, di cui fa parte anche Nondasola: è stata realizzata per far sapere alle donne vittime di violenza in questi giorni di forzata convivenza quando chiamare in sicurezza (approfittando di un’uscita per necessità e cancellando il numero dal cellulare) e come trovare il numero di telefono del centro antiviolenza più vicino.
L’associazione, che gestisce la Casa delle Donne, sta garantendo le attività di colloquio e supporto telefonico: i numeri da chiamare sono 0522-585643/44 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Nelle restanti fasce orarie e nei weekend resta attivo il servizio di segreteria.
Vengono gestite, con l’aiuto del Comune di Reggio, anche le emergenze. In questo periodo, infatti, una donna prima di essere accolta in una struttura residenziale dove ci sono altre ospiti e i loro figli deve prima stare il tempo necessario, da sola, in un altro luogo protetto. Le donne che devono raggiungere il centro anti-violenza possono farlo – è infatti una necessità – senza scrivere preventivamente sulle autocertificazioni il luogo di destinazione.
Un’altra difficoltà legata al periodo è quella di portare avanti il percorso di riconquista dell’autonomia. La sospensione dei tirocini lavorativi blocca le donne in un limbo. Per fortuna, le urgenze nei tribunali sono garantite e le udienze per gli ordini di protezione continuano regolarmente. “Chi ha intrapreso già un percorso lavorativo – conclude Iotti – sta continuando, ma per chi deve iniziare da capo ora è impossibile. Quando tutto sarà finito occorrerà un grande sforzo anche da parte delle istituzioni”.
Da oggi, inoltre, le vittime di violenza hanno un altro strumento per denunciare: l’applicazione per cellulari della polizia YouPol, nata per segnalare episodi di spaccio e bullismo, viene estesa anche ai maltrattamenti in famiglia. Con l’app è possibile trasmettere in tempo reale messaggi e immagini. Tutte le segnalazioni vengono ricevute dalla sala operativa della questura competente per territorio con la quale si è messi in contatto. E’ prevista la possibilità di fare segnalazioni in forma anonima. Anche chi è stato testimone diretto o indiretto – per esempio i vicini di casa – può denunciare il fatto alla polizia.
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